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Articoli del 22/11/2020

Di Marcello D'Acquarica (pubblicato @ 19:02:05 in NohaBlog, linkato 1269 volte)

Mi verrebbe quasi voglia di fidarmi degli addetti ai lavori che si occupano dei beni comuni, tipo l’aria, l’acqua e la terra, e quindi di lasciar perdere tutto quello che mi passa per la mente e che vedo in giro. In fondo, penso, come si usa dire: “andrà tutto bene”. Così chiudo i pensieri per una frazione di secondo. Ma poi certe immagini mi ritornano davanti con prepotenza, e con esse le parole dette, insieme a tutti quei dati e a quelle tabelle che ho letto nel Report dei tumori nella nostra provincia aggiornato al 2020.

E allora non posso fare finta di niente. Le immagini sono anche quelle degli impianti di pannelli fotovoltaici tra le Contrade Roncella e Scorpio che, ora che hanno perso i ripari (ulivi martiri) dietro cui parevano nascondersi, manifestano tutta la loro sfacciataggine. Non ci sono parole, gli alberi d’ulivo, quelli scampati agli incendi, rimangono lì come testimoni muti della (voluta?) mancanza di cure. Invece la distesa infinita di pannelli luccicanti come l’oro sembra non fare una piega.

Inutile farvi leggere per l’ennesima volta la sfilza di controindicazioni che generano le devastazioni della campagna: desertificazione del suolo, impoverimenti della biodiversità, scarsa generazione di ossigeno nell’aria, danni idrogeologici, cambiamenti microclimatici, ecc.

Tant’è che si sono studiate norme altamente specifiche che dovrebbero tutelare tutto il sistema ambientale, paesaggistico ed economico. Si tratterebbe soltanto di farle rispettare se non avessero purtroppo la stessa efficacia delle grida di manzoniana memoria .

Nonostante l’impegno – eravamo quattro gatti spelacchiati - non riuscimmo a evitare i danni del 2010 (quelle devastazioni sono sotto gli occhi di tutti, tranne dei ciechi), ma pensavamo che questo maledetto discorso si fosse chiuso definitivamente là, con i danni a noi e i milioni di euro alle società a responsabilità limitata, che oltretutto sono pure di fuori regione, se non spagnole (prima) e tedesche (poi).

Nel 2010, forse presi dalla smania degli incentivi elargiti dallo Stato (cioè da noi stessi, altro che energia gratuita) e dai baratti per la sistemazione di un canile, l’allora amministrazione comunale non fiatò nemmeno per denunciare l’invasione degli alieni, sicché Noha subì un tremendo taglio di parco naturale (zona Roncella e Scorpio),  e fu risparmiata chissà per quale miracolo da un altro impianto di pannelli di vetro, ferro e silicio, proprio dirimpetto alle case del nascente (e per fortuna poi morto nella culla) comparto 4, quello che prevedeva a nord di Noha una cosa come una ottantina di villette a schiera.

Ma tranquilli, i comparti non muoiono mai del tutto, e i progetti di impianti fotovoltaici neanche.

Ed eccolo qui, a poche decine di metri dalla Masseria Colabaldi, dunque a ridosso delle case della 167 di via Lago di Garda, a due passi dalla Chiesa di San Rocco: dieci ettari di ferraglia che chiamano “parco”, pronti a sovrastare la collinetta da Via Dalla Chiesa a via delle Tre Masserie. Chissà questa volta chi parerà il sacco a questi novelli “investitori”, chissà quale conferenza dei servizi, quale legge o regolamento, quale dirigente-impiegato-funzionario-burocrate.

Il fotovoltaico è cosa buona e giusta, ma non in mezzo alle campagne, di cui dovremmo ormai tutelare ogni centimetro quadrato di terreno (chissà quando riusciremo a capire quanto la terra valga più dell’oro, più di un conto in banca con tanti zeri), ma sulle parti ormai morte dei territori, cioè quelle già cementificate o asfaltate,  quelle dei tetti delle costruzioni civili o dei capannoni artigianali e industriali, quelle dei parcheggi, e quelle delle cave dismesse e, perché no, dei cimiteri. Prima che si ripeta una nuova Roncella, i cittadini dovrebbero poter partecipare a decisioni così impattanti: in fondo siamo né più e né meno che un grande condominio e le decisioni straordinarie, quelle che riguardano la salute di “tutti”, dovrebbero essere condivise con “tutti”. Così almeno se si scegliesse di farne un’ecatombe saremmo “tutti” più o meno direttamente responsabili. L’ Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Marcello Amante, in accordo con la Sovrintendenza dei Beni culturali della Provincia di Lecce e Taranto, con delibera n. 223 del 16 ottobre scorso, ha già bocciato mediante notifica di svariate incongruenze ambientali e normative altri tre progetti in zona Collemeto, per un totale di circa 21 ettari di suolo vergine. Ma questo non ci lascia mica tranquilli per il futuro. Ci sarebbe bisogno, crediamo, di più informazione preventiva, più partecipazione, ma soprattutto di più buon senso.

Marcello D’Acquarica

 

Prima l’assessore-presidente alla Sanità, Michele Emiliano, ha classificato di base l’ospedale di Galatina, poi l’allora assessore ombra alla Sanità pugliese (oggi assessore titolare) Pier Luigi Lopalco lo ha destinato al Covid, ma la musica non cambia: non lo hanno attrezzato prima per quel che doveva fare costringendomi a sostenere, con il consenso dei cittadini, una battaglia nelle aule di giustizia ancora aperta, oggi non lo hanno attrezzato per quel che deve fare. Cambiano gli assessori, ma lo spartito è lo stesso perché non cambia il direttore d’orchestra.

Ma oggi non si può assistere a questo balletto indecente mentre la pandemia ci sovrasta e rischia di travolgerci. Non passa giorno senza che le cronache non ci restituiscano dettagli poco rassicurante per la sicurezza dei pazienti. Galatina è costretta, visto che di terapia intensiva si parla solo sulla carta, a trasferire a Lecce i pazienti con insufficienza respiratoria grave con tutto quello che può conseguirne perché il tempo è un fattore fondamentale quando il confine tra la vita e la morte diventa sottile.

Credo che sia irresponsabile da parte della politica assistere passivamente a questo stato di cose. L’assessore Lopalco dovrebbe perdere meno tempo in Tv e governare la sanità pugliese. Deve agire in fretta per la conversione di Galatina prima che i danni per i cittadini, privati prima di un nosocomio no-Covid e ora di uno Covid, siano irreparabili.

Io non starò a guardare. A breve invieremo al ministro della Salute Roberto Speranza una lettera dettagliata per fargli conoscere la situazione reale che si è determinata a Galatina e siamo pronti a una protesta pubblicamente, a Bari, contro questo scandalo al sole.

Non è tempo di chiacchiere, né di filosofeggiare: la politica ha fatto le sue scelte, ora le porti a compimento.   

 

Il consigliere di opposizione della Lista De Pascalis

Giampiero De Pascalis

 

Fotografie del 22/11/2020

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Di Marcello D'Acquarica (pubblicato @ 19:14:40, vista 900 volte)
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