mag272025
Nei giorni 19, 20 e 22 maggio si è concluso con grande partecipazione il progetto “Prevenire è Vivere”, che ha coinvolto le classi seconde della scuola secondaria di primo grado “G. Pascoli” del Polo 1 di Galatina, sedi di Galatina e Collemeto.
Grazie alla collaborazione della psicologa Diletta Potì e della biologa nutrizionista Lucia De Paolis, gli alunni hanno vissuto un percorso educativo ricco di stimoli e riflessioni importanti sul tema della prevenzione oncologica, dell’alimentazione sana e dei corretti stili di vita.
Alcuni ragazzi sono rimasti così colpiti dall’esperienza da esprimere il desiderio di diventare volontari o approfondire, in futuro, lo studio delle cause dei tumori.
Un sentito ringraziamento va alle volontarie della LILT, che hanno consegnato agli studenti l’ultimo numero della rivista dell’associazione, accolta con entusiasmo, insieme a opuscoli informativi e a una presentazione dei servizi offerti dalla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori.
mag272025
Non è che io abbia avuto l’onore di frequentare quell’opera monumentale dell’asilo di Noha. Sono nato molti anni prima. Anzi nei miei primi anni di vita ho frequentato quello che a quei tempi si diceva “la mescia”; e la mia mescia si chiamava Culumbrina.
Ma il grande arciprete dei miei tempi, don Paolo Tundo, “grande” per la sua vocione potente, ma anche per la statura fisica, morale e politica (durante il periodo fascista era il podestà di Noha, oggi si direbbe il Sindaco, anche se era solo il delegato del Podestà di Galatina: carica religiosa e politica dunque), era giustamente convinto dell’importanza dell’educazione morale dei suoi parrocchiani, anche quando erano ancora in tenera età.
Verso il 1939 fece arrivare una comunità di Suore, le “Oblate di S. Antonio di Padova”, perché si occupassero dell'Asilo Infantile, del doposcuola e all'insegnamento del catechismo e dell’arte del ricamo.
Io feci in tempo a frequentare quella scuola materna solo per l’anno scolastico 1940/41 per due motivi: il primo perché nel mese di ottobre 1941 cominciavo la scuola elementare; il secondo perché le Suore molto presto se ne andarono via da Noha.
Eh sì! Una notte i ladri violarono l'abitazione delle Suore, situata all’inizio di Via Cadorna, per derubarle. Le Suore, nonostante l’offerta di Lire 100 (siamo nel 1941) della Confraternita della Madonna delle Grazie, tremendamente spaventate da quella vicenda, decisero di abbandonare definitivamente il nostro paese.
Per questo motivo alcuni anni più tardi (nel 1955, appunto 70 anni fa), l’Arciprete, che tanto ci teneva all’educazione dei bambini("il domani del paese" - diceva) volle assolutamente che il suo popolo avesse la garanzia di un futuro migliore, preparando i bambini con la prima alfabetizzazione e socializzazione. Tra infinite difficoltà, spendendo i suoi risparmi e bussando alle porte di “chi poteva” riuscì a costruire su un terreno di sua proprietà l’opera monumentale che donò alla Congregazione “Discepole di Gesù Eucaristico” con l’impegno che questa Istituzione restasse per sempre a Noha.
La convenzione tra don Paolo e le Suore “Discepole di Gesù Eucaristico” fu firmata il 29 settembre 1957. Dal 1955 al 1957 l’asilo di Noha fu gestito da alcune donne volontarie.
Erano gli anni della mia formazione nel seminario missionario in provincia di Vercelli; ma quando tornavo a Noha per le vacanze in famiglia, don Paolo chiedeva la mia collaborazione (frequentavo ormai il liceo classico) per preparare le lettere che lui inviava a quelle persone (anche all’estero) che avrebbero potuto aiutarlo per completare la costruzione della scuola materna.
Io ho potuto godere dell’ospitalità e dell’amicizia delle Suore Discepole di Gesù Eucaristico quando già ero lanciato nel mondo per vivere la mia vocazione missionaria.
La prima volta fu in occasione della festa per la celebrazione della mia prima Messa a Noha: 64 anni fa.
3 aprile 1961: fu un giorno di grande emozioni per me, e sono convinto anche per don Paolo. Chiesa parrocchiale gremitissima: concelebranti il mio arciprete don Paolo e poi don Donato Mellone, don Gerardo Rizzo, il Padre Predicatore quaresimale di quell'anno, e poi tanti fedeli, oltre ai miei parenti. Mi onorarono della loro presenza anche l’on. Beniamino De Maria e il Prof. Donato Moro. Dopo la celebrazione in chiesa fummo ospiti nella scuola materna di Noha per il ricevimento e per il pranzo.
mag272025
Una visita preziosa in cui la comunità nohana ha avuto il privilegio di condividere con Monsignor Ekpo la bellezza delle nostre Chiese e Cappelle, come anche il piacere di festeggiare assieme a lui, al Sindaco ed a tantissimi genitori e bambini i 70 anni di fondazione della scuola dell’infanzia “San Michele Arcangelo”.
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Sabato 24 Maggio inoltre, oltre ad aver visitato l’ospedale Santa Caterina Novella di Galatina, è stato tra i protagonisti del proficuo convegno sui temi della Sanità e della salute tenutosi all’Hotel Hermitage.
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Il merito di tutto questo è di Don Francesco Coluccia, del suo impegno e delle sue proficue relazioni. A lui va un sentito e doveroso ringraziamento, a nome di tutta l’Amministrazione comunale e dell’intera comunità, per essersi occupato della riqualificazione delle cappelle del paese e del restauro di dipinti storici e statue sacre, che grazie al suo impegno sono tornate a splendere.
Pierluigi Mandorino
Consigliere comunale con delega alla frazione di Noha
mag272025
Qualche nohano, libero per un attimo dal tradizionale paraocchi, si sarà accorto che da qualche tempo a questa parte sono in corso dei lavori (ormai non si sa più bene se pubblici o privati) per le strade della cittadina.
Pare che si stiano stendendo dei fili - mo’ non chiedetemi se per la fibra ottica o per il 5G (o per il punto G) – che insomma secondo il pensiero comune ci renderanno la vita più facile. Solo che non saprei dire se la ditta incaricata stia seguendo un capitolato, come dire, un po’ abborracciato o se sia invece l’applicazione delle norme (soprattutto di buona creanza) a essere, diciamo così, un tantino elastica.
Ebbene sì, come nella fiaba di Pollicino del Perrault, le maestranze stanno lasciando sul loro sentiero - anche stavolta evidentemente per segnarne il passaggio - non qualche sassolino o delle molliche di pane bensì un bel po’ di fascette di plastica nera, clips di nylon, pezzi di filo tranciato di netto e altra robetta che a essere ottimisti potrebbe impiegare dai 100 ai 1000 anni per degradarsi in natura. Qualcuno, chissà, sta ancora sperando in un bell’acquazzone primaverile in grado di sciacquare lo stradario comunale: purtroppo per lui (e per noi) nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto va a finire nelle vore di Noha.
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