Di Raimondo Rodia (del 25/01/2025 @ 08:24:38, in Comunicato Stampa, linkato 158 volte)

Uno dei misteri più intriganti e meno conosciuti di Terra d'Otranto, che in parte sta per svelarsi è costituito da un misto di cavalleresco, religioso, con un pizzico di superstizione che non guasta mai. Il tutto miscelato con animali totemici spaventosi e una parte della gnosi cristiana non svelata. Questo mistero giace da secoli in un placido paese alle porte di Lecce, ovvero San Cesario di Lecce. Il mistero in questione si trova custodito all'interno di una chiesa dedicata all'evangelista Giovanni. E siccome l'intento nostro è quello di svelare i segreti in esso nascosti, ecco che già nel titolo della chiesa in questione si trova il primo riferimento esoterico-misterico. In prima battuta va messo in luce che, chi abita sul pianeta Terra ha nel Sole un punto di riferimento importante, oltre che la principale fonte di vita. Proprio per questo il nostro astro rientra in vari culti e teogonie, e ciò anche in una prospettiva simbolica. Il suo moto apparente simbolizza lo scorrere del tempo e marca il cambiamento delle stagioni. Ogni forma di passaggio (la porta appunto) viene associata al cambiamento, proprio come succede nei momenti solstiziali, nei quali il Sole col solstizio prende un nuovo corso, ovvero l’attraversamento della Porta del Cancro (giugno) e della Porta del Capricorno (dicembre). Bisogna tener conto degli insegnamenti del passato e dell’esperienza, per preparare l’umanità le vie del progresso futuro. Da sempre l’eterno dualismo degli opposti percorre la storia anche del pensiero filosofico fino ai nostri giorni. Ma veniamo al mistero di oggi, quello della chiesa di San Cesario di Lecce, ai segreti del sarcofago del cavaliere, mistero nel mistero: chi è e da dove proviene? Ad aumentare la suggestione la chiesa in questione si trova in via Caponic, che rimanda ad un quartiere che nel corso della sua storia ha visto la presenza di slavi provenienti dai balcani. E forse proprio da qui proviene la storia che siamo pronti a raccontare. Un tempo si diffuse la leggenda, per alcuni storia vera, di un gruppo di cavalieri, che sotto la protezione di San Cristoforo, combattevano la magia nera, trasformandosi in feroci Lupi Mannari, mangiando spesso il malvagio cuore di chi con magie e stregonerie induceva altri individui in schiavitù. Presto l'icona bizantina di San Cristoforo venne descritta in un corpo di cavaliere con la testa di cane. Ma siccome a loro volta un ordine settario e gnostico che della magia costituiva le basi fondative (quello della Rosa Blu) iniziò a combattere i lupi mannari e grazie al loro potere magico ed alla loro influenza politica fecero in modo di far sparire le icone con il santo con la testa di cane, simile peraltro ad Anubi, una divinità egizia, Dio della Mummificazione e dei Cimiteri, protettore delle necropoli e del mondo dei Morti. In questo intreccio terribile tra bene e male, quindi, nel territorio intorno al capoluogo Lecce nascono i cavalieri dell'ordine di San Cristoforo che combattono aspramente l'Ordine della Rosa Blu che sono invece dediti alla magia ed al sopruso. Ognuno di questi cavalieri riusciva a combattere gli affiliati alla Rosa Blu grazie alla trasformazione in Licantropo che conferiva a loro forza e velocità d'azione. Il maestro dell'ordine di San Cristoforo seppellito in un sarcofago strutturato in un unico blocco di pietra leccese, escluso un buco al centro nella parte bassa del sepolcro. Il nostro maestro protetto da sigilli esoterici potenti, come il "Centro Sacro" con graffito accanto un altro potente segnale come la "Triplice Cinta " ed una croce greca potenziata ed altri simboli nascosti apotropaici. La grandezza del maestro viene ricordata anche nell'acquasantiera con la doppia Croce di Lorena a ricordare le origini nobili del maestro dell'ordine di San Cristoforo. Il bellissimo viso dell'uomo della Sindone ricorda il luogo sacro ( Pleroma ) in cui il cavaliere e maestro grazie ai suoi compagni doveva anche dall'oltretomba proteggere ed aiutare la causa dei lupi mannari che combattono la "Rosa Blu " che causa ancora oggi l'imbruttimento della società attraverso l'abominio, la schiavitù ed il potere magico. Ma questo luogo protetto e nascosto venne profanato da alcuni membri dell'ordine della Rosa Blu che estraendo il sarcofago

 
Di Raimondo Rodia (del 24/01/2025 @ 08:36:01, in Storie dal Salento, linkato 485 volte)

Una volta il cinema nei piccoli paesi era un punto importante di ritrovo sociale, ora sono chiusi, contenitori vuoti senza un anima in attesa di chissà cosa che li riabiliti.

La mente cerca di immaginare quanta vita, quanti amori sono nati e vissuti tra queste sedie del palco ed il rialzo appena accennato della galleria, ora una coltre di polvere copre tutto.

Sembra tutto fermo, sospeso, la biglietteria, il foyer, il palco, le macchine per la proiezione della ditta Pion di Milano.

Questo il vecchio cinema Fiori a Noha un reperto storico proveniente da un altra epoca quella in cui la gente non si rinchiudeva in casa ma socializzava anche attraverso la magia del cinema. il cinema venne costruito nei primi anni cinquanta del XX secolo furono Ippazio Bianco con Giuseppe e Gerardo Specchia che vollero ai margini della piazza il cinema dei Fiori con 250 posti a sedere tra platea 200 posti e galleria 50 posti che era un piccolo rialzo in confronto della platea.

Oggi la proprietaria è Concettina Tundo e l'ultima volta che venne proiettato un film fu il 1977, ben 48 anni senza il buio in sala ed il rumore degli effetti speciali. Sarebbe un sogno rivedere rinascere questo luogo.

 
Di Redazione (del 24/01/2025 @ 08:19:32, in Comunicato Stampa, linkato 320 volte)

Nei giorni scorsi, in qualità di consigliere comunale di Galatina delegato all’ASI ho incontrato i referenti di Fornaci Calce Grigolin, società del Gruppo Grigolin, leader italiano nel settore dell’edilizia, dei materiali per le costruzioni e della produzione di calce, che ha acquisito il ramo industriale della Minermix, dopo la crisi industriale che tutti conosciamo.
Insieme al Sindaco Vergine abbiamo voluto dare il benvenuto ai nuovi investitori e richiesto loro informazioni e garanzie sul futuro dell’impianto e sul dimensionamento occupazionale, ottenendole.
Di contro abbiamo voluto rassicurare sulla disponibilità di questa amministrazione a lavorare all’insegna della trasparenza, della collaborazione istituzionale e per il bene dell’intera comunità.
Renato Grigolin, Amministratore Unico di Fornaci Calce Grigolin, ha sottolineato l’importanza strategica di questa acquisizione: “Con l’operazione Minermix, il Gruppo Grigolin rafforza la sua presenza in Italia, con un focus particolare nel Centro e Sud, nello specifico nella regione Puglia. La nostra strategia di crescita sostenibile porterà benefici sia sul piano produttivo che occupazionale. Fin da subito verranno anche valutati investimenti per ampliare le capacità produttive degli impianti nonché l’efficienza dei processi produttivi, in linea con il nostro progetto di sviluppo a lungo termine.”
Il mio impegno, così come l’impegno dell’intera amministrazione, è di salvaguardare il lavoro e lo sviluppo della nostra zona industriale con rapporti istituzionali volti al bene comune. Ci siamo sentiti confortati dopo mesi di incertezza, finalmente abbiamo un importante gruppo industriale intenzionato a investire nel nostro territorio. Soprattutto le parole dell’azienda ci fanno guardare al futuro con maggiore entusiasmo: lo sviluppo dell’insediamento produttivo è all’ordine del giorno e con esso anche la crescita del numero di lavoratori occupati.

 

Venerdì 24 gennaio alle ore 18:00, nella Sala conferenze dell’ex Palazzo De Maria, in Corte Taddeo, è in programma il secondo appuntamento del Ciclo “Orizzonti: Senza confini – Musica e letteratura” con un incontro con Raffaele Astore, dal titolo “Sympathy for the devil: quando la musica incontra il diavolo”, moderato da Daniela Vantaggiato.

“Ci sono tanti libri in cui si narrano storie colme di elementi simbolici, ed il simbolismo tocca la religione, la bellezza, il peccato. E ciò accade anche in musica. Intrecci che troppo spesso sembrano a sé stanti ma che se analizzati attentamente hanno tante cose in comune, compresa a volte la realtà di cui sempre le cronache parlano. È un po' come il riflesso dello specchio di Dorian Gray, oppure la follia di Manson, ma se ne narra anche nelle Cronache di Narnia, ne Il maestro e Margherita di BulgaKov, ed anche nel cinema. E cosa c'è di comune in tutto questo? Il soggetto più importante: il Diavolo ... o chiamatelo voi come volete.”

Raffaele Astore, da sempre appassionato di musica, ha curato e cura da diversi anni programmi radio sul web e in FM oltre a collaborare con testate specializzate nazionali.

 

La Polizia Locale di Galatina ha attivato il nuovo canale whatsapp per fornire in modo più istantaneo la cittadinanza.

Avvisi, viabilità, aggiornamenti: i cittadini galatinesi potranno ricevere ogni informazione in pochi istanti sul proprio smartphone.

Per il Comando di Polizia Locale cittadino, da sempre attivo sul piano della comunicazione, questo è un ulteriore passo in avanti per essere in costante contatto con gli utenti.

Per Luigi Tundo, Comandante della Polizia Locale di Galatina: “L’evoluzione della comunicazione sociale ed istituzionale ci sprona a correre al passo con i tempi. Per questo il Comando è attore principale verso una comunicazione moderna ed essenziale che raggiunga, grazie ai canali comunicativi attuali migliaia di utenti con un click”.

Un nuovo modo di fare comunicazione anche per il Consigliere Comunale, con delega alla Polizia Locale, Diego Garzia: “L’Amministrazione Comunale sta lavorando per migliorare costantemente la vivibilità della Città ed i nuovi canali di comunicazione della Polizia Locale si muovono esattamente in questa direzione. Il cittadino deve essere messo in condizione di conoscere, informarsi ed essere informato, utilizzando in maniera costruttiva e produttiva lo strumento dei social”.

 
Di Redazione (del 23/01/2025 @ 08:22:04, in Comunicato Stampa, linkato 113 volte)

Levèra dà nuovamente il via alla sua rassegna teatrale, iniziativa da anni molto apprezzata e partecipata.
La programmazione, in collaborazione con la compagnìa Alibi Teatro (Artisti Liberi Indipendenti) e l’associazione Essenza vedrà in cartellone sei appuntamenti da ora fino a Maggio.
Grande novità di questo 2025 è la sala teatro, rinnovata e portata ad un’ atmosfera intima ed elegante, pronta ad accogliere tutti gli appassionati.
Il primo spettacolo è previsto per Domenica 26 Gennaio alle ore 21.00 presso la sede del circolo e sarà “L’urlo” da Bernard Marie Koltès e di Alibi Teatro. Una cantata di getto, uno sproloquio di attore e musica, in un periodo in cui la vita umana sembra smarrire centralità rispetto alla provenienza geografica e sociale, ai percorsi che compie, ai pericoli che agita in noi l’incontro con lo straniero, con l’altro.
In scena la musica di Max Nocco e Gustavo D'Aversa in un monologo tutto d’un fiato, che ferma lo spettatore con una scusa qualsiasi e lo trascina nell’esperienza rara di un incontro in carne ed ossa con uno sconosciuto.

 
Di Raimondo Rodia (del 23/01/2025 @ 08:14:10, in Storie dal Salento, linkato 214 volte)

Molti rimarranno stupiti da questa mia affermazione, ma forse bisogna riscrivere la storia del grande letterato conosciuto col nome di William Shakespeare. Il personaggio aveva un altro nome ed un altra storia da raccontare. Allora proviamo a fare delle congetture. Alcuni studi recenti raccontano che William Shakespeare, lo scrittore inglese per antonomasia, non era inglese ma italiano, pare proprio che le più recenti ricerche dimostrino che tutti gli studiosi di letteratura e del teatro elisabettiano hanno preso un abbaglio: William Shakespeare era messinese, quindi italiano.
Tra gli studiosi c’è chi, analizzando la sua firma, ha sostenuto che non fosse neppure capace di leggere e scrivere. Uno studioso italiano afferma che Shakespeare non fosse altro che un prestanome di John Florio, poeta di origine italiane, attivo in Inghilterra nel ‘600, il fatto che su di lui esistano solo pochissimi documenti non fa che aumentare la curiosità. Poteva il figlio del guantaio di Stratford-upon-Avon essere l’autore di opere immortali come Romeo e Giulietta, il Mercante di Venezia, lo stesso Otello? O dobbiamo constatare che dietro il nome di William Shakespeare si potesse nascondere un altro nome, un altra storia, quella che lo scrittore Henry James definì nel 1903 “ la più grande e più riuscita frode che sia mai stata realizzata nei confronti di un mondo paziente ”. Da una storia da me ricostruita, la famiglia di Giovanni Florio alias  William Shakespeare era composta dal padre Michelangelo Florio autore tra l’altro di un racconto in dialetto messinese ” Tantu trafficu ppe nenti ” che ricorda non solo per assonanza al titolo, la più conosciuta ” Tanto rumore per nulla “, la madre Guglielma Crollalanza traduzione letterale al maschile in lingua inglese di William ( Guglielmo ) Crolla ( Shake ) Lanza o lancia ( Speare ), nome preso in prestito traducendo il nome e cognome della madre. La famiglia Florio perseguitata a Messina per essere calvinista, in un periodo dominato dall’inquisizione cattolica, scappa dal suo territorio e si rifugia nel Salento, forse a Galatina, dove prende il nome di una famiglia che secondo i documenti proveniva da Nardò o Gallipoli, vale a dire la famiglia Vignola. Perchè affermiamo questo?, per varie ragioni. La fuga dall’inquisizione doveva essere credibile il più possibile. La scelta di Galatina non è casuale, la famiglia Florio aveva proprio in Giovanni un grande linguista, che consigliò alla famiglia, la venuta nel Salento a Galatina, in un area linguistica greca. Il dialetto leccese e messinese sono similari proprio per la radice greca di molte parole dialettali. Inventano un nuovo cognome, anche con la complicità dei Vignola però mantengono lo stemma di famiglia della madre, lo stemma araldico dei Crollalanza. Proprio questo stemma si trova in piazza Vecchia è diviso a metà con i Tondi nel famoso palazzo delle Tarantate a Galatina. Sempre la nostra famiglia Florio ormai girovaga per sfuggire all’inquisizione, si trasferisce a Venezia proprio nel palazzo di un certo Otello che qualche anno prima aveva ucciso la moglie Desdemona per gelosia. Da qui tutta la famiglia si trasferisce a Milano dove il giovane Giovanni Florio si innamora di una contessina di nome Giulia ma le famiglie non approvano questo amore, facile pensare a due grandi opere di Shakespeare. Un passaggio nella patria di Lutero dove Giovanni incontra e nasce un amicizia con Giordano Bruno che finirà arso dal fuoco dell’inquisizione a Roma in campo de Fiori dove campeggia oggi la sua statua. Infine in Inghilterra dove l’abile linguista Giovanni divenuto John Florio apprezzato nella corte Elisabettiana sotto falso nome per coprire le sue origini italiane con l’aiuto del padre Michelangelo e dello stesso William Shakespeare scalcagnato attore di teatro creano i magnifici scritti ed opere. Il linguista Giovanni Florio in arte William Shakespeare abilissimo nel creare nuovi neologismi amplifica 60.000 parole italiane in oltre 150.000 parole inglesi.

 
Di Redazione (del 22/01/2025 @ 19:26:44, in Necrologi, linkato 1391 volte)

Mai una volta che si possa dire che la Tonia Maiorano non avesse lo sguardo sicuro e il saluto cordiale, nemmeno nei momenti meno sereni, come quelli di questi ultimi mesi che l'hanno vista lottare, con il buon senso che comunque caratterizzava la sua indole, manifestando con determinazione la speranza e la voglia di guarire. Il segreto della sua forza  stava proprio in quella sua genuinità possiamo dire genetica, roba d'altri tempi, ma che lei manifestava con fermezza. Tonia resterà per sempre una nohana tutta d'un pezzo, coriacea fuori e tenera, tenerissima dentro, soprattutto buona come il pane.
Amava la vita e al pari amava il suo paese, tant'è che seguiva con interesse le pubblicazioni de L'osservatore Nohano del tempo che fu. Così, con la stessa mitezza del clima di questi giorni, Tonia ha raggiunto sua sorella Rita, con cui ha trascorso buona parte della sua vita nella casa degli amati genitori. 
A tutti i familiari di Tonia, e ai nohani che le furono amici, giungano le nostre più sentite condoglianze.

Noha.it

 
Di Raimondo Rodia (del 22/01/2025 @ 08:14:15, in Storie dal Salento, linkato 140 volte)

Fin da piccolo ho assorbito i segreti delle pietre, dei dirupi carsici, della terra rossa, dei simboli lasciati sulla pietra, oggi vi svelo un percorso magico, tre luoghi uniti da vecchie strade messapiche risalenti al V secolo a. C. quindi molto prima dell’arrivo delle Aquile Romane. Andiamo a scoprire le tre Fate del Destino quest’ultima parola sostituisce il termine ” Fato ” una volta i due termini non erano accomunati. Il destino può essere visto come preordinato da Dio o derivato dalla volontà umana. Il Fato invece è un termine di origine latina (fatum, ovvero ciò che è detto) e originariamente indicava la decisione irrevocabile di un Dio. Dal plurale della parola latina fatum, ovvero fata, derivano le moderne fate, in origine considerate dee del destino.

Dai romani fu identificato con le Parche, dalle quali dipendeva il destino degli uomini, uguali alle tre Moire greche. Proprio loro abbiamo individuato in questo percorso magico che inizia nelle campagne di Galugnano, presso la chiesa di Santa Maria dei Pisanei, meglio conosciuta come chiesa Madonna della Neve. Le tre Moire erano la personificazione del destino a cui non si sfugge. Il loro compito era tessere il filo del fato di ogni uomo, svolgerlo ed infine reciderlo segnandone la morte. La prima di loro, affrescata a Galugnano, reggeva il filo dei giorni per la tela della vita, le tre Fate erano le tessitrici della vita, decidevano al momento della nascita il destino assegnato ad ogni persona e neppure gli Dei potevano modificare tale corso. La lunghezza dei fili può variare, esattamente come quella della vita degli uomini. Le tre Fate sono presenti nei tre momenti culminanti della vita umana: nascita, matrimonio, morte.

Dopo la scoperta incredibile, lasciamo la prima fata ( Cloto ), per correre su un vecchio tratturo di campagna che a volte interseca vecchie strade oggi coperte di bitume per arrivare al “ Lacco del Capraro ” un lago che si crea nella stagione delle piogge essendo una depressione carsica. In questo luogo, forte si sente l’energia. Battuto dal vento, è un luogo infestato da anime perse in cerca di un corpo. Ormai siamo alla periferia di Soleto ed entriamo dalla località Fontanelle, che conserva seppellita sotto metri di terra e roccia la mitica città messapica ” Sallentia “.  All’interno della chiesa di Santo Stefano troviamo la seconda Fata e la fotografiamo. Quella che nel mito era Lachesi, che dispensava la sorte avvolgendo al fuso il filo che a ciascuno individuo era assegnato. Lasciamo la bellezza degli affreschi di Santo Stefano per conoscere dei dipinti meno conosciuti ma altrettanto belli.

La nostra ricerca ci porta a Nociglia in una chiesa straordinaria Santa Maria de Itri dove sveleremo la terza Fata Atropo l’inesorabile, che tagliava il filo con il coltello ben visibile in foto che riposa nella cintura ma pronta ad usarlo quando giunge il momento di arrestare la vita.

Atropo l’ultima Fata che recide la Vita, trova nella sua azione una parte essenziale del segreto di questa chiesa, riscontrabile non solo nelle misere osse conservate al di sotto di essa. Qui si svolgerà la battaglia finale tra le potenze della luce e dell’ordine e quelle delle tenebre e del caos in seguito alla quale l’intero mondo verrà distrutto e quindi rigenerato.

Raimondo Rodia

 

This is Noha, the place we li...

Categorie News


Catalogati per mese:


Gli interventi più cliccati

Sondaggi


Info


Quanti siamo

Ci sono  persone collegate

Seguici sui Canali di

facebook Twitter YouTube Google Buzz

Calendario

< febbraio 2025 >
L
M
M
G
V
S
D
     
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
   
             

Meteo

Previsioni del Tempo

La Raccolta Differenziata