Di Redazione (del 23/01/2024 @ 19:40:12, in Comunicato Stampa, linkato 209 volte)

Il Liceo Scientifico e Linguistico “A. Vallone” di Galatina promuove il dialogo e il confronto tra studenti e autorevoli studiosi. Un’altra opportunità di crescita umana e culturale per i giovani, offerta dal seminario “Scienza e fede a confronto”, organizzato dal Dipartimento di Storia e Filosofia, il 15 gennaio scorso, grazie alle sollecitazioni della Dirigente, prof.ssa Angela Venneri. Il tema, di particolare complessità, è stato reso vivo e partecipato dagli appassionati interventi dei relatori e dal dialogo tra loro e con gli studenti.

La prospettiva della fede è stata rappresentata dall’Arcivescovo di Otranto, Mons. Francesco Neri, mentre la riflessione sulle possibilità della scienza, tra passato, presente e futuro, è stata affidata al prof. Diego Pallara, docente di Analisi matematica all’Università del Salento.

Gli studenti delle quinte classi presenti all’incontro non sono apparsi passivi ascoltatori ma interlocutori attenti e preparati, che hanno dato vita alla conversazione attraverso articolate domande su molteplici tematiche: la criticità della relazione dei giovani con la fede; il ruolo della scienza e il rapporto con la tecnologia nella società attuale; la retrospettiva storica del confronto tra l’istituzione della Chiesa cattolica e i progressi della scienza; i legami tra fisica quantistica e filosofia.

Le riflessioni scaturite in risposta agli interventi hanno intessuto un dialogo tra il rappresentante della Chiesa e l’uomo di scienza, improntato sul rispetto e la condivisione di molti principi, pur a partire da punti di vista diversi.

Uno dei punti d’incontro emerso dal confronto è stata la convinzione che non esista una divisione tra le due culture, ma che la prospettiva umanistica e quella scientifica si fondono perfettamente nei grandi studiosi del passato o di oggi.

 

Un’iniziativa che ha come obiettivo quello di sensibilizzare sul tema della “legalità responsabile” e di sviluppare una cittadinanza consapevole, con l’intenzione di promuovere l’avvicinamento alle Istituzioni nel rispetto delle regole e dei valori della solidarietà e del coraggio e che si rivolge prevalentemente ai giovani, favorendo esperienze formative che valorizzino l’educazione alla convivenza civile.

Tanti i soggetti coinvolti che si sono avvicendati stamattina sul palco del Teatro Cavallino Bianco di Galatina: la musica, la danza e il teatro si sono messi a disposizione dei giovani per trasmettere i valori della solidarietà, della giustizia e del coraggio, così da far crescere una nuova generazione di cittadini consapevoli delle sfide del domani.

La conferenza teatralizzata “Coltiv@rete” sul cyberbullismo scritta, rappresentata e interpretata dal poliziotto-scrittore Domenico GERACITANO, Vice Sovrintendente della Polizia di Stato, in servizio alla Questura di Brescia, insieme ad alcuni giovani artisti, attori, ballerini e cantanti che hanno raccontato, attraverso la loro arte, attraverso la musica e le parole, come l’uso consapevole della rete passi dal coltivare buone pratiche e valori condivisi, ha riscosso molto successo fra i nostri ragazzi e docenti del Polo 1 di Galatina e Collemeto per l’alto valore pedagogico. Ha trattato della crescita dei ragazzi nell’era digitale e in particolare di come si possono contrastare il bullismo e il cyberbullismo, fenomeni sempre più frequenti che mettono a rischio la vita e la salute dei più giovani.

Libertà e buon esempio, da parte dei genitori, due parole chiave imprescindibili.

Piena di contenuto la metafora dei social come un “continente”, “un continente virtuale dove ci sono i ragazzi, le persone che guardano, Instagram, TikTok e poi… l’oceano, la piattaforma su cui si naviga. Sembra un quadro ma serve un passaporto che si ottiene al tredicesimo anno d’età”, spiega Geracitano che “se si fa anzitempo, si rischia di diventare dei personaggi prima ancora di essere diventati delle persone”.

 
Di Redazione (del 22/01/2024 @ 20:04:55, in Comunicato Stampa, linkato 228 volte)

I pochi alberi in città, Galatina e frazioni, continuano ad essere presi di mira da “improvvisi” progetti di risanamento. Termine che presuppone l’esistenza di una malattia. 

Sette associazioni del territorio hanno rivolto all’Amministrazione Comunale un appello affinché si proceda con ben altre azioni e, attraverso dati certificati e reperibili in rete, sono state evidenziate le condizioni sanitarie e ambientali che affliggono il nostro territorio.

Si tratta dell’inquinamento atmosferico e dei continui sforamenti delle polveri sottili, dati rilasciati dalle centraline ARPA posizionate sul territorio di Galatina.

Auspichiamo nel dibattito democratico di questa o di qualsiasi altra Amministrazione, verso i cittadini, nello specifico, verso le­­ associazioni che hanno sottoscritto l’appello.

Segue appello protocollato dalle seguenti Associazioni:

Coordinamento Civico Ambiente e Salute - della provincia di Lecce

NoiAmbiente e Beni Culturali - di Noha e Galatina

Natural-Mente No Rifiuti - di Collemeto

Galatone Bene Comune

Isde – sez. prov. di Lecce

Nuova Messapia – di Soleto

Forum Ambiente e Salute – di Lecce

 

 

Se vogliamo continuare ad essere definiti come appartenenti ad una Repubblica, la stessa ha necessità di essere indivisibile. Da questa premessa è facile evincere come la democrazia espressa in Parlamento ha come fine ultimo garantire l’uguaglianza nei diritti e nei doveri in tutto il territorio nazionale, perché ogni cittadino, a prescindere dalla propria residenza e provenienza deve godere di diritti fondamentali in maniera uniforme in tutto il Paese. Tuttavia, da diverso tempo si continua a minare questo principio, ponendolo al centro di un dibattito politico e sociale per mezzo (o per mano) di forze politiche che hanno il solo interesse di dividere ed escludere porzioni di territorio, discriminando cittadini che rischiano di essere etichettati come di “serie B”. E’ il caso del ddl sull’autonomia differenziata presentata in Parlamento dal governo Meloni, attorno al quale si coagulano varie spinte populiste di destra, con l’obiettivo di promuovere una scissione tra nord e sud senza precedenti. La conseguenza più immediata di tale progetto trova senso nel potere da parte delle singole Regioni di legiferare su materie di competenza esclusiva dello Stato come scuola, ambiente, energia, mobilità, salute, lavoro. Alla base c’è l’idea secondo cui le Regioni più ricche hanno il diritto a cavarsela da sole, separando il loro destino da quelle più deboli. È bene sottolineare, quindi, il fatto di essere dinanzi a un attacco senza precedenti nella storia della Repubblica, che non spacca solo il Paese ma la Costituzione. Per questo abbiamo la responsabilità e il dovere di fermarlo, attraverso l’impegno e la mobilitazione dei cittadini, tenuti all’oscuro di quanto accade. Basti pensare che il ddl sull’autonomia differenziata voluta da Calderoli (esponente della Lega) non solo istituzionalizza la povertà ma esautora il Parlamento dal compito di stabilire quali siano i diritti dei cittadini e i livelli essenziali di prestazione che lo Stato ha l’obbligo di garantire. Un disegno che promuove la competitività tra le persone (passando da “prima gli italiani”, a prima i veneti, i lombardi, ecc.). L’autonomia differenziata non solo penalizzerebbe fortemente l’intero Mezzogiorno, ma l’intera Nazione. Si palesa, così, il rischio reale di una frantumazione con conseguenze irreversibili sulla vita di tutti noi. Tutto ciò non conviene dirlo per non intaccare la narrazione di chi ha fatto carriera politica su stereotipi che semplificano e mortificano una realtà diversa e molto più complessa, provocando una evidente frattura nel Paese e promuovendo disuguaglianze, che speriamo ancora possano essere inaccettabili per lo Stato. Senza più ipocrisie, ora più che mai è indispensabile unire tutte le forze politiche cittadine; è importante che anche gli amministratori locali scendano in piazza, dando il loro contributo fattivo per fermare la scellerata riforma di Calderoli e della Lega che metterebbe in discussione i diritti fondamentali dei cittadini. Lo auspichiamo per il bene non solo della nostra Città, ma dell’Italia tutta!

 

Michele Scalese

Segretario Circolo PD - Noha

 

Domani 17 gennaio 2024 dalle ore 16.30, ci sarà l’open day nella nostra magica scuola, come la chiamano i bambini.
Hanno lavorato con entusiasmo, nel presentare le proposte che offre la nostra scuola; hanno scritto e dimostrato con le loro parole fatti e consuetudini delle nostre giornate scolastiche.
Vi aspettiamo!
 Antonella Caputo
 
Di Redazione (del 13/01/2024 @ 17:02:58, in Comunicato Stampa, linkato 240 volte)

Tutti i prossimi fine settimana del mese di gennaio 2024 saranno dedicati all’orientamento presso il Polo Tecnico-Professionale di Galatina: le due sedi della scuola saranno, infatti, aperte alle visite nei giorni di domenica 14/01/2024 (9.00-12.00), sabato 20/01/2024 (16.00-19.00), domenica 21/01/2024 (9.00-12.00), sabato 27/01/2024 (16.00-19.00) e domenica 28/01/2024 (9.00-12.00).

Si tratta di un’occasione importante per i ragazzi degli Istituti Comprensivi per conoscere meglio l’offerta formativa ed i docenti, fare esperienza nei laboratori scientifici e multimediali, visitare i vari ambienti di apprendimento e gli impianti sportivi presso le sedi di Viale Don Bosco e Viale Don Tonino Bello.

Nel corso delle giornate di orientamento, inoltre, sarà possibile effettuare l’iscrizione on-line per l’a.s. 2024-2025.

 
Di Redazione (del 12/01/2024 @ 13:09:16, in Comunicato Stampa, linkato 226 volte)

Nella splendida cornice della Città di Galatina, dal 12 al 14 Gennaio, si terrà il primo forum dedicato all’educazione al paesaggio. Il Forum è l’evento conclusivo del progetto “We are – Siamo il paesaggio che viviamo”, realizzato dall’Associazione di Promozione Sociale “Città Nostra”, con il sostegno della Regione Puglia – Puglia Capitale Sociale 3.0.

Questo straordinario evento, che si terrà per tre giorni consecutivi riunirà esperti, appassionati e il pubblico per esplorare e celebrare la bellezza dei paesaggi che ci circondano e sensibilizzare i cittadin* alla tutela delle nostre risorse.

Programma dell'Evento:

  1. Convegni Illuminanti: Esperti di fama nazionale e regionale guideranno sessioni informative e coinvolgenti, affrontando temi chiave come la conservazione del paesaggio, la sostenibilità ambientale e l'importanza dell'educazione al paesaggio.
  2. Spettacoli di Ispirazione: Artisti, performer e musicisti si esibiranno in spettacoli appositamente creati per celebrare la diversità e la ricchezza dei paesaggi che arricchiscono il nostro ambiente.
  3. Workshop Interattivi: Partecipanti avranno l'opportunità di partecipare a workshop pratici, imparando a valorizzare e preservare il paesaggio attraverso attività coinvolgenti e interattive.
  4. Mostra Fotografica: Una mostra espositiva presenterà fotografie straordinarie dei paesaggi più suggestivi del nostro territorio, catturati dai talentuosi fotografi Simona Marra presso l’ex convento delle Clarisse e Alfonso Zuccalà presso Levera a Noha

Partecipazione: L'evento è aperto al pubblico.

Come Partecipare:

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Unisciti a noi in questa straordinaria celebrazione del paesaggio - un'opportunità unica per apprendere, condividere e connettersi con la bellezza che ci circonda e soprattutto proteggerla

Per ulteriori informazioni e richieste di interviste, contattare:

Contatti Media

Raffaella Arnesano – Giornalista

Mob: 3911150283

 

Dettaglio programma:

 
Di Fabrizio Vincenti (del 10/01/2024 @ 18:33:39, in Comunicato Stampa, linkato 553 volte)

Quest’anno saranno quaranta. Quarant’anni di confusione come il popolo ebraico nel deserto. Quarant’anni che non ci capisco nulla del come gira il mondo e del motivo per cui qualcuno lo faccia ancora girare. Sarà perché ho perso i capelli, oltre la pazienza di capire le cause con gli effetti. Vedo moltiplicarsi i cristi e diffondersi a dismisura le madonne. Perciò una cosa è certa: questa è l’epoca dell’anticristo, l’era del grande inganno. Chi è pratico di esorcismi sa che la prima caratteristica di un demone è quella di ingannare. Se di possessione diabolica di massa si tratta, è evidente che i demoni ci stanno prendendo per i fondelli.

Sono passati quasi undici anni da quando con una declaratio papa Benedetto XVI cercò di tradurre in latino il famoso gesto dell’ombrello: un modo elegante e formale per dire andatevela a pijia nder …, e se si è dimesso uno che nella vita faceva il papa, figuriamoci io che a dire del marchese del grillo non conto un c… taccio!

Più passano gli anni, meno è la voglia di parlare. Si resta sbigottiti davanti ad un cielo tetro di mattacchioni (tanto per contenersi nell’uso del turpiloquio). Mi mordo spesso la lingua e Dio sorride quando vede che si può, non sempre ma si può, mantenere buoni propositi. Oggi parlo perché ho ottenuto un permesso speciale, l’ora d’aria concessa ai carcerati per alimentare in loro la speranza della fine pena.

Appena tolto il naso dalla porta, c’è un odore di stantio che ti affossa le narici. Altro che mondo al contrario! C’è qualcuno che vede le cose sottosopra perché è lui ad essere nato storto e non lo sa: anziché venire fuori dalla testa, si è catapultato con i piedi, e da allora sostiene che il mondo è al rovescio per poi scoprirsi che il primo rovesciato è anzitutto lui.

Qui ce la passiamo bene perché non sappiamo di passarcela male. Questo è tutto. Certo che il mondo è al contrario, signor generale, che minchia di scoperta è la sua?! L’ho capito dalla pubblicità: vi è pubblicità ovunque, perfino nelle mutande quando le tiro su. Su instagram è pieno di madonne che tutto hanno in mano fuorché rosari. E fanno anche beneficenza, tanta, tantissima beneficenza di sinistra. Perché la destra lo si sa, la beneficenza la fa a se stessa. La sinistra invece … la sinistra dice di farla agli altri ma per “altri” nel suo vocabolario si intende “ad me”. E noi compriamo uova e balocchi, ciprie e perizomi così aiutiamo i malati. Però i malati siamo noi e loro dicono di fare beneficenza con i soldi di noi deficienti che beneficiamo del bene dei benefattori che, alla fine, siamo sempre noi. Anzi, non beneficiamo proprio di nulla, ma poiché sia io che voi fingiamo di non capirci niente, lasciamo stare questa storia. Lasciamo che i ricchi sguazzino nei loro milioni di euro, grazie a noi che siamo bravi, anzi, coglioni.

Dicevo di instagram. Ogni tanto metto il ditino sull’icona del mio telefono: lo spirito è forte (quello degli altri) ma la carne è debole. Una valanga di culi e di tette mi sommerge come se fossi stato sparato per direttissima nel secondo cerchio dell’inferno, lì dove se la spassano i lussuriosi. Però anche lì, mi raccomando, rispettiamo tutti, anche quelli e quelle che implorano di essere posseduti – è di possessioni demoniache che stiamo parlando, giusto?!-, ridicolizzando chi lo ha più corto di 25 (metri s’intende, naturalmente).

Basta col dire che la vocazione di una donna è anche quella di essere madre. Quando mai! Sexy-segretaria sì, influencer anche, astronauta pure, pornostar eccome, ma guai madre! E l’uomo? Ma quale vocazione volete che abbia l’uomo – non di certo di padre-, un essere capace di stare con la lingua a penzoloni per mezz’ora dietro un capello! Fantozzi docet.

Qui è tutta un’interpretazione, un assurdo compromesso continuo per non affogare nella melma dittatoriale del politicamente corretto, dove da mattina a sera ci prendiamo tutti per il culo, celandoci dietro quattro grazie e per favore. Siamo al contrario? Altroché se lo siamo! Per sentire una sana catechesi ti tocca seguire gli scomunicati di turno visto che il papa, niente poco di meno che il papa, ha affermato di non sapere perché Cristo è morto in croce! Se non lo sa lui … Cercare per credere! Ormai la teologia la fa Fazio e Burioni; i preti e i vescovi sono intenti a realizzare presepi di sole madonne.

Benediciamo le coppie, tutte le coppie, anche le tricoppie e le cornucoppie, omosessuali e divorziati e risposati (tranquilli che è solo questione di tempo: toccherà tutti, compreso me, anche se non so ancora cosa); assolviamo tutti, assassini e assassinati; diamo la comunione sempre e a chiunque ma sulle mani per covid-carità, anche ai berlusconiani, tranne se non in ritardo, entrati in chiesa a prima lettura inoltrata. Moltiplichiamo le apparizioni, suggeriamo perfino alla madonna cosa dire, beviamo le tisane pancia piatta, trasformiamo tutto in elettrico così salviamo la via lattea, indossiamo leggins green a patata esposta, siamo tutti cool, ci chiamiamo tutti amiiiooo, mutuiamo sedici metri quadrati a Milano per due milioni di euro, ci spariamo un paio di apericena e due piste di neve, e benvenuti ai parroci che scappano con le parrocchiane già maritate.

Amici cari, la mia vita qualche volta va a rotoli, ma almeno io lo dico. Non sono un esempio di rettitudine perché fallisco ogni giorno negli intenti e nelle relazioni, ma almeno io lo riconosco. C’è una cosa, però, che mi fa schifo: quelli che pensano che le travi negli occhi ce le hanno solo quelli dall’altra parte. Mi fanno schifo quelli che chiamano bene il male e viceversa. Quelli che hanno una sola missione su questo pianeta: confondere. Gesù chiese di non giudicare, ma cari miei, voi avete frainteso.

Non giudicare non vuol dire scambiare il male con il bene. Non vuol dire non correggere perché io che correggo sono peggio di te. Certo che lo sono, ma ciò che ci compete è proprio questo: una correzione reciproca tra sbagliati. Non è un’offesa: lasciate perdere quei quattro laccati dietro la scrivania che espongono il papiro di laureati in psicologia, che col sopracciglio languido vi sciorinano il mantra che tu non sei sbagliato. Certo che lo sei, come lo sono io. Sei sbagliato sia che tu sia di destra, di sinistra o di centro. Sei sbagliato sia che tu sia una giudice (o una giudica, prima che qualcuno s’incazzi sui generi), sia che tu sia un netturbino. Siamo tutti sbagliati; abbiamo tutti un’inconfessabile perversione; siamo tutti tentati dalla lussuria, dalla gola, dall’avarizia. Se non fossimo sbagliati, imperfetti, mancanti, pensate che staremmo qui a parlare dei Ferragnez, della Belen, dei tradimenti di tizio e dei vizi di sempronio, se chiamare presidenta il presidente (se fosse presidentessa faremmo notte, amici miei)? Chi non si riconosce sbagliato non ha alcun modo per migliorarsi, ed è una massa di singoli incapaci di migliorarsi quello che vogliono.

Il teologo Cornelio Fabro ha introdotto il termine di pornoteologia. Lo traduco da me per me stesso in cinque parole: trasformare il sacro nel porno. Buttare tutto in caciara per poter dire: lasciatemi fare schifo poiché voi non siete da meno. Questo è quello in cui vorrebbero trasformare ciò che siamo, singoli pornocomparse falliti invidiosi delle altrui dimensioni. Sta a noi riconoscere i demoni. Sta a noi alfabetizzare lo spirito poiché Hugo ha ragione nello scrivere de I Miserabili: “l’unico pericolo sociale è l’ignoranza”. Certo che abbiamo bisogno di essere corretti tutti, tutti quanti. Non è una bestemmia: dal latino corrigere, cum+rigere (o regere)= guidare dritto, ricondurre a fare bene, ammonire qualcuno se sbaglia. Non abbiate timore di correggervi a vicenda. Non corazzatevi di superbia se qualcuno vi riprende. 

Correggiamoci tra di noi, prima che sia il Creatore a farlo, altrimenti saranno guai, visto come vanno le cose. Correggetemi se sbaglio.

Fabrizio Vincenti

 

L’Università Popolare “Aldo Vallone” con il patrocinio della Città di Galatina e la partnership dell’Università del Salento e della testata cittadina, il galatino, soggetti questi presenti nel Comitato organizzatore del convegno, ha organizzato la presentazione degli Atti del Convegno di studio, Antonio Antonaci, il sacerdote lo studioso il pubblicista, svoltosi a Galatina il 27 settembre 2021, in occasione del decennale della morte dell’illustre prelato.

L’evento si svolgerà oggi 10 gennaio 2024 alle ore 18:00 nella Sala conferenze dell’ex Monastero delle Clarisse: introdurrà i lavori il Presidente dell’Università Popolare “Aldo Vallone, prof. Mario Graziuso, e porgeranno il saluto istituzionale il Sindaco di Galatina, dott. Fabio Vergine, il prof. Pietro Giannini, professore emerito dell’Università del Salento, e don Francesco Coluccia, Direttore de il galatino.

La relazione sulla pubblicazione è stata affidata all'Arcivescovo di Otranto, padre Francesco Neri che ha accolto l’invito con particolare interesse ed entusiasmo.

Gli Atti del Convegno sono stati curati dal prof. Pietro Giannini e dalla prof.ssa Anna Maria Mangia e pubblicati, grazie alla preziosa disponibilità del prof. Ennio De Bellis, nella Collana Aristotelica Traditio, edita dalle Edizioni Milella, “giusta collocazione per un volume dedicato ad uno studioso come A. Antonaci, che proprio alla tradizione Aristotelica in Terra d’Otranto ha dedicato il suo maggiore impegno scientifico”.

 

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