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Bar e Castelli in aria
Di Marcello D'Acquarica (del 16/11/2012 @ 23:01:38, in NohaBlog, linkato 2477 volte)

Veronica, una signora di mezza età, vedova e senza figli, gestisce un bar a Noha, una cittadina tranquilla, dove tutto sembra girare per il verso giusto. I locali sono una parte del vecchio fortilizio, un antichissimo castello. La proprietà però pretende giustamente il pagamento del fitto. E’ uno di quei locali dove si beve forte. Da qualche tempo però i clienti sono diminuiti e quei quattro gatti affezionati frequentano ma senza consumare. La crisi ha spaventato la gente e nessuno più esce di casa con i soldi in tasca.
Rendendosi conto della situazione, Veronica escogita un geniale piano di marketing, consentendo  ai suoi clienti di bere subito e pagare in seguito.
Segna quindi le bevute su un  libro che diventa il libro dei crediti (cioè dei debiti dei clienti). Insomma il libro nero per gli illusi consumatori.
La formula "bevi ora, paga dopo" è un successone: la voce si sparge, gli affari aumentano e il bar di Veronica diventa il più importante e frequentato di Noha e dintorni.
Lei ogni tanto rialza i prezzi delle bevande e naturalmente nessuno protesta, visto che tanto nessuno paga: è un rialzo virtuale. Così il  volume delle vendite aumenta ancora.
La banca con cui tratta Veronica, rassicurata  dal giro d'affari, le aumenta il fido. In fondo, dicono i risk manager,  il fido è garantito da tutti i crediti che il bar vanta verso i  clienti, il cosiddetto collaterale a garanzia. Veronica amplia il Bar prendendo in affitto anche alcuni locali vicini, le sale aumentano e assume un sacco di giovani operai  baristi.
A questo punto l'Ufficio Investimenti &  Alchimie Finanziarie della banca ha una pensata geniale. Prendono i  crediti del bar di Veronica e li usano come garanzia per emettere  delle obbligazioni nuove fiammanti e collocarle sui mercati internazionali: le cosiddette Noha Bond.
Le obbligazioni ottengono subito un rating di  AA+ come quello della banca che li emette. Ma gli investitori, che non sanno nemmeno dell’esistenza di quel bar, non si  accorgono che i titoli sono di fatto garantiti da debiti di ubriaconi  disoccupati. Però, dato che rendono bene, tutti li comprano e nessuno se ne preoccupa.
Conseguentemente il valore dei bond sale, quindi arrivano anche i gestori dei  Fondi pensione a comprare, attirati dall'irresistibile combinazione di  un bond con alto rating, che rende tanto e il cui prezzo sale sempre.
E i portafogli, in giro per il mondo, si riempiono di Noha Bond.
Un  giorno però, nella banca arriva  un nuovo direttore dalla provincia di Bari, che, visto  che in giro c'è aria di crisi, tanto per non rischiare, riduce il  fido alla povera Veronica e le chiede di rientrare per la parte in eccesso al nuovo limite.
A questo punto Veronica, per trovare i soldi, comincia a chiedere ai  clienti di pagare i loro debiti. Il che è ovviamente impossibile  essendo loro dei disoccupati che si sono anche bevuti tutti i risparmi. Veronica non è quindi in grado di ripagare il fido e la banca le taglia i  fondi. Il bar in breve tempo fallisce e tutti i dipendenti si trovano in mezzo alla strada. Il prezzo dei Noha Bond crolla del 90%.
La banca che li ha emessi  entra in crisi di liquidità e congela immediatamente l'attività: niente  più prestiti a nessuno. L'attività economica locale si paralizza. Parrucchieri, supermercati, artigiani, e questue domenicali risentono tutti del cataclisma. La disoccupazione aumenta e le massaie non sanno più cosa mettere in tavola per il pranzo.
Anche i fornitori di Veronica, che in virtù del suo successo le avevano  fornito gli alcolici con grandi dilazioni di pagamento, si ritrovano  ora pieni di crediti inesigibili visto che lei non può più pagare.
Purtroppo avevano anche investito nei Noha Bond, sui quali ora  perdono il 90%.
Il fornitore di birra inizia prima a licenziare e poi  fallisce. Il fornitore di vino, viene invece acquisito da un'azienda  concorrente che chiude subito lo stabilimento locale, manda a casa gli  impiegati e delocalizza l’azienda a 6.000 chilometri di distanza.
Per fortuna (e grazie a un Governo Tecnico controllato dai banchieri) la banca viene salvata da un mega prestito governativo senza  richiesta di garanzie e a tasso zero. Da dove arrivano questi soldi?
Semplice, per reperire i fondi necessari  il governo ha semplicemente tassato tutti quelli che non erano mai  stati al bar di Veronica perché astemi o troppo impegnati a lavorare.
Bene, ora potete applicare la dinamica dei Noha Bond  alle cronache di questi giorni, giusto per aver chiaro chi è l’ubriaco,  chi il sobrio e chi pagherà il conto del Bar di Veronica.

Marcello D’Acquarica

 

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