Di Marcello D'Acquarica (del 26/08/2025 @ 12:01:47, in NohaBlog, linkato 261 volte)

Il titolo di questo pezzo ripete quello del libro di p. Gian Luigi Blasi (tipografia Editrice Marra Eugenio, Galatina, 1934, XII). Libro che, se letto con attenzione, e alla luce della realtà che ci circonda, fa scivolare in un mondo, come dire, surreale.

Così scrive l'autore alla pagina 9: “Galatina [...] circondata da floridi orti, da pingui vigneti e da verdeggianti uliveti, siede tranquilla la bianca e nitida città, come incastonata nel verde smeraldo”.

Probabilmente il nostro p. Gian Luigi Blasi si riferiva soprattutto a quel polmone di verde che dalle terrazze del Convento di Santa Caterina, di cui fu Superiore dall’anno 1929, si poteva ammirare volgendo lo sguardo a est, in direzione Soleto, così come possiamo immaginare noi osservando la foto allegata. Qualche anziano galatinese potrebbe averne ancora memoria.

Prosegue ancora l'autore nella sua dolcissima iniezione di pace: "Le sue piazze con giovani palme, pini arditi, oleandri e fiori; le sue vie più larghe piantate ai lati di robinie, querce ed altri alberi, le molte e capaci chiese con i loro campanili, i suoi grandi istituti di educazione e di carità le danno un aspetto magnifico e la rendono bella, gentile e piacevole".

Sono molti gli autori d'altri tempi che ci consolano con parole e pensieri di bellezza sulla nostra Galatina: che a dire il vero si fa fatica a immaginarla diversa da come poi è diventata.

Percorrendo la via per Lecce, dall’altezza dell’Hotel Hermitage in poi, osservando l’orizzonte potremmo immaginare di vedere ancora quel "circondata da floridi orti e verdeggianti uliveti". E invece il panorama è ben altro. Sembra un affronto alla memoria, una sciabolata sanguinante sul petto, tanto il nerume sparso nei campi, fumati di nero con i prati deserti di vita e quali superstiti attori le infinite distese di pannelli fotovoltaici, un ennesimo sacrificio per il nostro inarrestabile “progresso”, quello del profitto "costi quel che costi".

Dicono che allunghi la vita media della gente, ma di fatto ultimamente uccide sempre più prematuramente: non si contano più padri e madri che sopravvivono ai figli.

Sempre sulla stessa strada, percorrendola al contrario e cioè verso l’ingresso della nostra "bella e gentile e piacevole città", "le capaci chiese" sono sovrastate da ben altri campanili, le cui banderuole segnano “profumi” a seconda dei venti, e quell’"incastonata nel verde smeraldo" resta come un tragico miraggio.

Ebbene sì, le immagini fotografiche, reali e non ancora manomesse dall'I.A. non mentono: a valle della nostra Galatina "bella e gentile e piacevole città", ci stava, a quanto pare, una selva verdeggiante, come dire, il Torcito galatinese, così provvidenziale da fare invidia a certi fantastici parchi periurbani montati ad arte, dalla solita propaganda trionfalistica. Salvo poi regalare a Terna (o a chi per lei) altro suolo agricolo a ovest della collina di San Sebastiano per l’ennesimo impianto necessario alla “rivoluzione green”.

Certo il nostro povero autore della “Gemma di Galatina” non poteva immaginare che un giro di soldi, un sistema informativo da far accapponare la pelle (“tutta colpa della sputacchina” dicevano) e una trascuratezza scientificamente manovrata avrebbero fatto radere al suolo milioni di alberi secolari, tanto meno che 25000 cittadini, costretti in un quarto di Galatina urbanizzata, si ritrovino oggi a essere circondati da interi rioni di caseggiati vuoti, vie larghe stracolme di automezzi invece che di querce e robinie, e da mega impianti di ogni genere invece che da orti.

I tempi cambiano e mica si può stare a guardarsi indietro, bisogna tirar dritto a qualsiasi costo. I responsabili di Arpa Puglia, durante il Focus sulle linee guida per la protezione ambientale organizzato il 22 novembre scorso presso il Monastero di Colonna a Trani, dicevano che di fatto non possiamo fare a meno dell'industria per cui la stella polare di quell'incontro verteva sul pensiero unico che ormai è un vero cavallo di Troia (dove i troiani sono i cittadini inermi): "L'ambiente non può prevaricare l'economia". O meglio: "l'ambiente non può essere un detrattore dell'industria".

Una prece.

Marcello D’Acquarica

 

 
 

Così come i danni alla salute dell’uomo e dell’habitat si manifestano a distanza di numerosi anni o decenni rispetto all’evento che li ha cagionati, a volte persino molto dopo la dismissione dell’attività inquinante.

Non abbiamo ancora per le mani un documento che ne indichi con precisione la nascita, ma dalle testimonianze pubblicate finora possiamo dire che lo “Stabilimento Brandy Galluccio” è nel compimento del suo secolo di vita, anche se già da tempo lo si vede agonizzante, tecnicamente morto.  Sappiamo per certo che importanti eventi contribuirono al commercio locale tra cui la tratta ferroviaria Lecce-Gallipoli che venne inaugurata nel 1881, e la prima centrale elettrica galatinese che venne realizzata Il 21 aprile del 1921. Quelle che nel gergo moderno si chiamano “infrastrutture”. Da alcune informazioni e da qualche foto già pubblicata, si deduce che l’opificio è un vero scrigno di archeologia industriale e, seppur l’abbandono e l’ignavia ne abbiano fracassato l’integrità, con un po’ di curiosità e fantasia specifica si possono ancora ammirare i suoi circuiti idraulici collegati a una sequenza ordinata di vasche e motori elettrici, corredati a loro volta da distributori a manica arrotolata con metodo scientifico, in modo da ottimizzare i processi della lavorazione  e gli spazi, insomma un cuore ancora pulsante fatto di caldaia, serpentine, alambicchi e condensatori per trasformare i vapori in liquidi. Oppure seguendo le trasformazioni dell’opificio, tavoli e mani di operaie operose impegnate nella preziosa lavorazione e conservazione di salse e marmellate.

Molto interessanti risultano anche alcuni ricordi di una nostra concittadina Assuntina Coluccia, classe 1936, già pubblicati sul sito Noha.it  (https://www.noha.it/NOHA/articolo.asp?articolo=4937):

“Appena buio, nello stabilimento del Brandy Galluccio, aveva inizio il turno di notte. Di giorno lavoravano gli uomini addetti alla fornace e alle bolliture dei pomodori e delle mele cotogne, di notte entrava la squadra delle donne che a mani nude pelavano i pomodori ancora bollenti per sistemarli nei barattoli di vetro. Le donne di giorno dovevano badare ai bambini e governare casa. Per fortuna le cose sono cambiate, e per le donne oggi c’è più rispetto”.

Immagine che contiene testo, mappaIl contenuto generato dall'IA potrebbe non essere corretto.

E ancora: “Per superare l’inverno veniva recuperato il fasciame delle botti che si rompevano ancora impregnate di uva, si accendevano facilmente e servivano a scaldare la casa. Nel ’49, dopo la morte del barone, lo stabilimento, passato in mano ai nipoti, non rende più come prima, il lavoro per le operaie inizia a scarseggiare…”

Così scrive nel suo blog il professore Pietro Congedo (1930 - 2019), galatinese, insegnante e cultore di storia locale:

“…Intorno al 1950 numerosi viticoltori, riuniti in cooperativa, costituirono la Cantina Sociale di Galatina in viale Ionio, a ridosso della ferrovia, che nel 1969 “lavorò” oltre 50.000 quintali di uve.
Intanto dopo la prima guerra mondiale anche a Noha, frazione di Galatina, per iniziativa di una  delle famiglie Galluccio era sorta un’industria, detta S.A.L.P.A. (Società Anonima per la Lavorazione di Prodotti Agricoli), che lavorava sia le uve che  altri prodotti dell’agricoltura: per esempio, con la lavorazione dalle mele cotogne vi si produceva ottima cotognata. Proprio la S.A.L.P.A. in un certo periodo ha prodotto il “brandy Galluccio”.

Dopo la Prima guerra mondiale, quindi 1920 circa, a Noha si fa largo un grande e promettente opificio, e per farcelo stare, in previsione della nuova strada provinciale che da Galatina porta a Noha, la Via di Noha già via S. Lucia, all’incrocio con l’antica via Soleto, il barone, senza badare neanche ai nostri morti che ancora oggi riposano sotto le mura perimetrali prospicienti la strada, costruisce le grandi muraglie del suo opificio.

Ricordo a tal proposito, che la Sovrintendenza inviò al Comune di Galatina il vincolo di bene culturale delle cosiddette “tombe messapiche”, in parte già devastate per spianare la provinciale ma in parte ancora “vive e vegete” sotto le mura del Brandy Galluccio.

 

Di Redazione (del 18/08/2025 @ 17:14:39, in Necrologi, linkato 4069 volte)

La notizia della sua dipartita, in seguito a breve inesorabile malattia, ha sconvolto la comunità di Noha: non aveva che 56 anni Antonio Coluccia, e fino a qualche mese addietro era nel pieno delle sue forze e quindi della sua attività. 
Antonio, gran lavoratore, uno dei primi protagonisti del Presepe Vivente, legato alle tradizioni della comunità (la "curemma", per esempio), di poche parole ma dalla battuta pronta, sempre disponibile, faceva parte di quella generazione speciale di contadini che possiamo definire ultimo baluardo in difesa della terra, generatrice di vita, nell'impari lotta contro la desertificazione, la cementificazione, e i veleni provenienti da ogni dove.  

Esprimiamo i sensi del nostro cordoglio a Romina, ai suoi ragazzi Marika, Debora e Francesco, al papà Franco e alla mamma Clara, ai nipoti, a tutti gli altri parenti e ai suoi tanti amici e conoscenti. 

La redazione di Noha.it

 

Di Russo Piero Luigi (del 17/08/2025 @ 09:50:29, in Comunicato Stampa, linkato 282 volte)

Se agosto è per antonomasia il mese che incarna l’estate, la festa che rappresenta, più di ogni altra, la movida salentina è, certamente, “I LOVE 80/90 PARTY – A parità di genere… musicale”, inserita all’interno del prestigioso contenitore culturale “CIBO WINE & SOUND” e che quest’anno si caratterizzerà per una “novità” sostanziale: il mattatore della serata sarà CLAUDIO CECCHETTO, artista, talent scout, conduttore e icona irripetibile degli anni ’80.
Avremo inoltre i LA BOUCHE, un duo musicale eurodance tedesco, famoso per successi come "Sweet Dreams" e "Be My Lover" negli anni '90. Il loro album di debutto del 1995 Sweet Dreams è diventato disco di platino, alimentato da "Be My Lover", che ha scalato le classifiche dance in tutto il mondo e venduto sei milioni di copie. Hanno seguito con gli album All Mixed Up (1996) e A Moment of Love (1997), producendo successi come "S.O.S." e "Bolingo".
E, infine, P. LION, nome d'arte di Pietro Paolo Pelandi, un cantante, musicista e produttore discografico italiano, noto soprattutto per il suo successo "Happy Children" e per il suo contributo alla musica Italo disco degli anni '80.
Quando si nomina CLAUDIO CECCHETTO, inevitabilmente la mente corre a quella canzone che più di ogni altra ha saputo fare da colonna sonora ai sorrisi dell’Italia degli anni d’oro: Gioca Jouer. Una hit che è molto più di un tormentone: è una fotografia in musica, un invito collettivo al movimento, alla leggerezza, al gioco. Cecchetto non è solo un cantante: è un innovatore, un creatore di sogni in FM. Ha scoperto talenti che oggi dominano il panorama dello spettacolo – da Jovanotti a Fiorello, da Max Pezzali a Sabrina Salerno – ma prima di tutto è stato ed è ancora oggi un simbolo di energia positiva, di voglia di vivere, di quel sorriso che si accende tra una strofa e un passo di danza. La sua partecipazione ad “I love 80 90 party 2025” rappresenta un’occasione straordinaria, vogliamo viverlo come un grande momento di condivisione collettiva, in cui diverse generazioni si ritroveranno a battere le mani all’unisono, a mimare quei gesti che ormai fanno parte della nostra memoria
affettiva: il saluto militare, l’occhialino, l’autostop, il tuffo… insomma, “Gioca Jouer” in tutta la sua esplosiva vitalità. Sarà una grande festa, ma anche un viaggio nei ricordi, sarà anche quest’anno come riabbracciare il passato, ma con la consapevolezza di quanto possa ancora essere attuale divertirsi insieme, alla vecchia maniera. In un momento storico in cui siamo spesso distratti, affannati, iperconnessi ma distanti, la presenza di Claudio Cecchetto ci ricorda quanto sia potente la musica come collante emotivo, quanto sia importante – ogni tanto – lasciarsi andare, giocare, ballare, vivere. E allora, che lo si faccia per nostalgia o per scoperta, prepariamoci a scatenarci.
Una festa ricca di musica, moda e tendenze rigorosamente anni 80/90. Un viaggio indietro nel tempo, nella storia, nel ventennio che ha coinvolto e “sconvolto” intere generazioni.

 

Di Russo Piero Luigi (del 16/08/2025 @ 18:13:08, in Comunicato Stampa, linkato 237 volte)

Il progetto “Cibo Wine & Sound” è suddiviso in tre distinti capitoli, pur mantenendo nella sua interezza una “visione strategica” che porta il progetto ad essere unico, pluriennale e coordinato. Il 16 agosto la farà da padrone il Jazz: “Il volto del Jazz” rappresenta una nuova idea per la valorizzazione del territorio, degli spazi urbani e delle storie individuali e collettive, perché guarda ai linguaggi differenti, li mescola in una commistione vitale, partendo dalla musica per poi espandersi attraverso le diverse arti, esplorando ed elaborando nuovi pensieri attraverso la valorizzazione della diversità creativa: al suo interno la rassegna jazzistica funge da punto di eccellenza musicale che apre ad altri elementi artistici, culturali e di socialità. Programma “Il volto del Jazz”: Sabato 16 agosto 2025 ore 21:00 concerto live Hammond Trio; ore 22:00 concerto live Jonica Popolare. Direttore artistico della serata: Mario Masciullo. 

 

Di Russo Piero Luigi (del 15/08/2025 @ 11:53:50, in Comunicato Stampa, linkato 640 volte)

Il progetto “Cibo Wine & Sound” è suddiviso in tre distinti capitoli, pur mantenendo nella sua interezza una “visione strategica” che porta il progetto ad essere unico, pluriennale e coordinato.
Si parte il 15 agosto con “Ferragosto a Galatina”, la vera scommessa dell’Associazione organizzatrice, che vuole delocalizzare il turismo in un giorno di particolare afflusso e dirottarlo dalle marine all’entroterra salentino, a Galatina in particolare…
Grazie ad un accordo con l’Associazione Italiana Sommelier (AIS) i banchetti di degustazione vino saranno “presidiati” da un sommelier qualificato che diventa a tutti gli effetti il portavoce più autorevole della cultura del vino, che si tratti di un profilo didattico, tecnico, strategico o di consulenza.
Responsabile dell’area enogastronomica, anche in rappresentanza dell’Associazione Italiana Sommelier (AIS), sarà Maria Dell'Erba, conosciuta ai più col nome di Titti.
Con noi ci saranno i “Pizzicarò”: brio, energia e talento che ci regaleranno emozioni pazzesche e l'”I love 70 80 band – music party” che ci proporrà le più grandi hit pop dance di quegli anni: una performance che va oltre il semplice live e diventa un vero e proprio show eclettico e unico nel suo genere.
Vi aspettiamo.

 

Con immenso orgoglio, il Liceo Vallone di Galatina annuncia la prestigiosa vittoria al Concorso nazionale “STEAM: Femminile plurale” – VI edizione, promosso dal Ministero dell’Istruzione e del Merito in occasione dell’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna.

Tra le sole nove scuole vincitrici a livello nazionale, il nostro Istituto ha ricevuto il riconoscimento, grazie all’elaborato “Donne, STEAM e lavoro”, presentato dalla studentessa Silvia Codazzo. Il progetto è stato premiato per l’area tematica “Breaking news, Buone notizie!”, nella sezione riservata alle scuole secondarie di secondo grado.

L’elaborato “Donne, STEAM e lavoro” è un video che racconta il percorso formativo svolto dagli studenti del Liceo Vallone durante l’anno scolastico e in occasione dell’8 marzo. Il video documenta un sondaggio interno, mirato a indagare il rapporto degli studenti e delle studentesse con le discipline STEAM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Arte e Matematica), e un convegno organizzato sulla base dei risultati emersi. L’incontro ha visto la partecipazione di imprenditrici e CEO di successo, che hanno discusso apertamente delle sfide ancora presenti, delle opportunità emergenti e dei cambiamenti necessari per colmare il divario di genere. Il convegno ha rappresentato non solo un momento di alto valore educativo, ma anche un’occasione concreta di orientamento per le giovani generazioni.

Un ulteriore riconoscimento per il nostro Liceo, che conferma l’eccellenza dell’Istituto anche nella promozione di percorsi formativi innovativi e attenti ai temi della cittadinanza attiva, della parità di genere e del futuro professionale delle nuove generazioni.

Alla studentessa Silvia Codazzo, protagonista di questo successo, vanno le congratulazioni del Dirigente Scolastico prof.ssa Angela Venneri e dell’intera comunità scolastica, insieme ai ringraziamenti alle docenti referenti e a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione del progetto. Questo risultato testimonia l’impegno costante del Liceo Vallone nel costruire una scuola inclusiva, aperta al cambiamento e capace di valorizzare le voci delle sue studentesse e dei suoi studenti.

Ecco il link ufficiale del Ministero che attesta il riconoscimento:

 

Con l’avvicinarsi dell’ultimazione dei lavori di recupero della Torre dell’Orologio di Noha, simbolo storico e identitario della nostra comunità, il Circolo del Partito Democratico di Noha ritiene doveroso ricostruire e condividere pubblicamente l’iter che ha condotto a questo importante risultato. Il finanziamento dell’intervento – per un importo pari a 225.000 euro – fu intercettato nel 2021 dall’allora amministrazione guidata da Marcello Amante, con l’assessora ai Lavori Pubblici Loredana Tundo, attraverso un bando ministeriale mirato al recupero dei beni storici e architettonici. Una progettualità fondata sulla cura del patrimonio locale e su una visione di valorizzazione culturale, che ha permesso di ottenere le risorse necessarie per restituire dignità a un bene da anni in stato di degrado.

Il Circolo PD di Noha desidera ribadire che il merito dell’ottenimento del finanziamento è integralmente attribuibile all’amministrazione Amante, che ha dimostrato su questo fronte, competenza tecnica! L’attuale amministrazione, insediatasi nel 2022, ha ereditato un progetto già finanziato e cantierabile. Tuttavia, i lavori hanno subito notevoli ritardi, tanto da costringere nel maggio scorso, alcune associazioni locali  tra cui il nostro Circolo ad un’iniziativa pubblica per sollecitarne l’avvio, vista la lentezza e l’inerzia dell’esecutivo in carica.
È inoltre agli atti, come da delibera di Giunta n. 128 del 6 maggio 2025, che l’amministrazione ha dovuto approvare una perizia di variante con un aumento dei costi pari a 33.000 euro, proprio a causa dei ritardi e della modifica del quadro economico. Oggi, a lavori quasi conclusi, riteniamo doveroso ringraziare chi ha reso possibile questo intervento: l’amministrazione comunale 2017–2022, che ha saputo cogliere le opportunità e avviare un percorso virtuoso di tutela e valorizzazione del patrimonio nohano.
La cultura della memoria amministrativa, così come quella storica, è fondamentale per lo sviluppo sano e trasparente di una comunità.

 

Galatina perde tempo, perde risorse, perde occasioni e tutto questo accade sotto la guida di un’amministrazione che non riesce a distinguere tra propaganda e buona amministrazione. Ma veniamo al dunque: la bocciatura del bando per la riqualificazione dell’ex Istituto “Michele Laporta” da parte dell’ANAC è solo l’ultimo, clamoroso fallimento di una Giunta che naviga a vista, impreparata e confusa. Un progetto da oltre 2 milioni di euro, fondamentale per il rilancio di un’area strategica della città, viene bloccato a causa di errori banali e macroscopici nella redazione del bando. L’ANAC ha definito “illegittima” una clausola che violava le più basilari norme di trasparenza e libera partecipazione agli appalti pubblici. Errori che si imparano a correggere nei manuali di diritto amministrativo, non nei laboratori di propaganda social. Mentre il Sindaco e gli assessori si affannano a organizzare tavoli tecnici “urgenti”, l’ennesimo danno è fatto: rischiamo di perdere tempo prezioso, fondi già destinati e credibilità istituzionale e tutto questo a causa della superficialità di chi, evidentemente, non è in grado di gestire la macchina amministrativa.

Spiace costatare che non è certo un caso isolato: Galatina è ormai costellata da progetti bloccati, ritardi cronici, cantieri annunciati e mai avviati. Basta pensare al quartiere fieristico, abbandonato al degrado, simbolo di un’amministrazione incapace di tradurre le parole in atti concreti o la villetta su via Aradeo a Noha mai completata, e il collegamento pedonale verso il cimitero che rimane solo sulla carta. Questa amministrazione è specializzata nel trasformare ogni opportunità in un’occasione mancata, eppure continua a vivere di comunicati autocelebrativi e post acchiappa-like, mentre la città si consuma tra l’indifferenza e il dilettantismo. La verità è che Galatina è governata da chi non conosce la differenza tra amministrare e fare propaganda, da chi si preoccupa più di apparire che di fare, da chi candida la città a “Capitale della Cultura” mentre, nei fatti, abbandona i suoi beni culturali e si lascia sfuggire occasioni concrete di sviluppo.

 

 

 


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