\\ Home Page : Storico : Un'altra chiesa (inverti l'ordine)
Di Antonio Mellone (del 10/12/2013 @ 21:16:31, in Un'altra chiesa, linkato 3663 volte)

Probabilmente se ne parla da tempo anche nella nostra parrocchia.

Ma visto che (salvo errori e omissioni) non si ha tanto tempo per l’invio delle risposte (pare che la scadenza ultima sia la fine del prossimo mese di gennaio), ci tenevo a pubblicare sul sito di Noha - anche a beneficio di chi non è assiduo frequentatore del tempio, ma è pur sempre un figlio di Dio, per di più cristiano e cattolico - le trentotto domande rivolte “alla base”, cioè alle famiglie ed al popolo dei credenti, attraverso il famoso questionario proposto da papa Francesco, al fine di far riflettere almeno i nostri venticinque lettori se non su tutte almeno su alcune delle sue famose istanze.

 
Di Albino Campa (del 30/11/2013 @ 21:21:25, in Un'altra chiesa, linkato 2208 volte)

L’esortazione apostolica «Evangelii Gaudium» è di fatto il manifesto che il papa vorrebbe attuare nel programma di riforma della Chiesa, a cominciare da se stesso, cioè dal papato. Fa sul serio, ma nello stesso tempo chi collabora con lui, come il prefetto della congregazione della fede, Mueller, ultraconservatore, nominato anche lui dal precedente Ratzinger, lo frena e in parte contraddice le apertura che Francesco tenta. Ci troviamo dunque di fronte ad una fisarmonica: il papa da aria di novità e aperture e Mueller & Company chiudono il mantice e tolgono l’aria. Il documento ne è la prova perché cerca di accontentare tutti e spero che non finisca per scontentare tutti. Per il papa bisogna fare la scelta preferenziale dei poveri, prendendo così uno dei fondamenti della Teologia della Liberazione e un «desiderium» inespresso del concilio Vaticano II (cfr. intervento di Giacomo Lercaro, autorizzato da Paolo VI) e quindi deve sapere che non può accontentare tutti, ma qualcuno lo deve scontentare. E’ nella logica delle cose.

 
Di Redazione (del 10/10/2013 @ 22:07:31, in Un'altra chiesa, linkato 2370 volte)
Nel carteggio intercorso tra papa Francesco ed Eugenio Scalfari si è visto, giustamente, l'inizio di una nuova era nei rapporti tra la Chiesa e la cultura moderna. O almeno la ripresa, dopo il gelo della stagione Woitiliana/Ratzingeriana, del dialogo conciliare.
Ciò, specificatamente in riferimento al rapporto Fede-Ragione. Un'alba di speranza ripresa nella coscienza di quello che Francesco stesso ha voluto chiamare un "paradosso": "la fede cristiana, la cui novità e incidenza sulla vita dell'uomo sin dall'inizio sono state espresse proprio attraverso il simbolo della luce, è stata spesso bollata come il buio della superstizione che si oppone alla luce della ragione".
Noi non possiamo che rallegrarci di tanto osare; noi che testardamente abbiamo continuato a credere non mettendo da parte le ragioni della ragione, ma valorizzandole e tenendole ben in cale.
Noi, comunità di base, credenti della diaspora ecc., preso atto di questa grande apertura, vorremmo però, che si aprisse lo sguardo e si accendesse l'attenzione anche su un aspetto più pratico ma altrettanto deleterio della vita di buona parte della chiesa, pur nella consapevolezza, riconosce papa Francesco, "che quell'immenso dono che è la fede è custodito nei fragili vasi d'argilla della nostra umanità".
 
Di Redazione (del 24/09/2013 @ 14:34:10, in Un'altra chiesa, linkato 1885 volte)

Da anni lo sto dicendo: a che serve la canonizzazione dei santi o dei beati? Quanto costa? Qual è il criterio per scegliere chi canonizzare o no?
La parola canonizzazione significa che la Chiesa riconosce come santi o beati, e li rende di dominio pubblico, quanti hanno vissuto secondo uno stile di vita che è conforme a certe virtù stabilite dalla Chiesa stessa. In breve, occorre essersi comportati come la Chiesa comanda.

Un dubbio c’è: che la Chiesa in tal modo si auto-santifichi. I santi servono alla Chiesa per dare più credibilità alla stessa struttura religiosa.
Anzitutto, non ho capito la differenza tra servo di Dio, beato e santo. Forse la differenza sta nel numero dei miracoli compiuti. Anche qui, quale assurdità far dipendere la canonizzazione dai miracoli. Perché sono indispensabili i miracoli? Come una prova richiesta a Dio stesso? Sappiamo che solo Dio può compierli. Ma questo non è tentare Dio? Ma che cosa sono i miracoli? Guarire fisicamente una persona? Tutto qui? Che assurdità. Una volta bastava che il popolo gridasse “santo”, e la Chiesa approvava. Oggi sarebbe pericoloso, dal momento che si osannano anche i criminali.

 
Di Redazione (del 20/07/2013 @ 09:11:37, in Un'altra chiesa, linkato 2057 volte)
Genova 18-07-2013 – Il papa è solo. Lo sapevamo fin dal primo istante in cui è apparso al balcone, la prima sera. Il papa è boicottato in modo anonimo, amorfo, silenzioso, strisciante e … clericale, anzi ecclesiastico. Povero uomo! Ha dovuto firmare una enciclica, preparata da un altro e non poteva, almeno per educazione, dire di no. Ha detto di sì e l’ha firmata. L’unico modo per metterla tra gli atti e passare al nuovo punto dell’odg. Enciclica archiviata, resta la prosa della maledetta curia.
A Lampedusa non ha voluto Al Fano che smaniava di andare come ministro dell’interno e come nativo di Agrigento e meno male che il papa è stato irremovibile: con quello che è successo dopo. A Lampedusa, il papa non ha voluto nemmeno i vescovi della Sicilia e della Cei. Se deve essere solo che lo si veda anche. Ha voluto solo il vescovo del luogo. I vescovi non erano mai andati a Lampedusa e non sapevano nemmeno della sua esistenza e ora volevano fare scena attorno al papa.
 
Di Redazione (del 23/05/2013 @ 18:31:47, in Un'altra chiesa, linkato 2924 volte)

La morte di don Andrea Gallo ci coglie di sorpresa, nonostante fossimo in attesa che accadesse. La verità è che non volevamo che morisse perché ci teneva sulle sue ginocchia e ci consolava, ci coccolava. In un tempo di papi e di gerarchie fissati su un’idea di Dio astratta, don Andrea ci fa vedere un Dio con le mani sporche di umanità, ansioso di sporcarsi e stare con la gente, fuori del tempio isolato da un muro d’incenso e d’ipocrisia.
Lo scorso anno a Palazzo Ducale di Genova, alla presentazione del mio romanzo «Habemus papam», in cui preconizzavo la necessità di un papa di nome Francesco, si entusiasmò e, prendendomi da parte, mi disse: «Sarebbe ora, mi piacerebbe esserci». Ora sono contento che abbia visto l’arrivo di papa Francesco e abbia fatto appena in tempo a pubblicare l’ultimo suo libro «In cammino con Francesco», quasi assaporando il cambio di marcia tanto desiderato.

 
Di Redazione (del 23/05/2013 @ 18:27:40, in Un'altra chiesa, linkato 1901 volte)

Addio don Gallo, cristiano prima ancora che prete, esponente di "un'altra chiesa" sempre in cerca dell'essenza del Vangelo.

 

 

 

 

 
[...] Il tema del vostro Convegno mi pare particolarmente importante per il compito che vi è stato affidato: “Il servizio dell’autorità secondo il Vangelo”. Alla luce di questa espressione vorrei proporvi alcuni semplici pensieri, che lascio al vostro approfondimento personale e comunitario.

1. Gesù, nell’Ultima Cena, si rivolge agli Apostoli con queste parole: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi» (Gv 15,16), che ricordano a tutti, non solo a noi sacerdoti, che la vocazione è sempre una iniziativa di Dio. È Cristo che vi ha chiamate a seguirlo nella vita consacrata e questo significa compiere continuamente un “esodo” da voi stesse per centrare la vostra esistenza su Cristo e sul suo Vangelo, sulla volontà di Dio, spogliandovi dei vostri progetti, per poter dire con san Paolo: «Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me» (Gal 2,20). Questo “esodo” da se stessi è mettersi in un cammino di adorazione e di servizio. Un esodo che ci porta a un cammino di adorazione del Signore e di servizio a Lui nei fratelli e nelle sorelle. Adorare e servire: due atteggiamenti che non si possono separare, ma che devono andare sempre insieme. Adorare il Signore e servire gli altri, non tenendo nulla per sé: questo è lo “spogliamento” di chi esercita l’autorità.

 
Di Redazione (del 13/03/2013 @ 22:09:50, in Un'altra chiesa, linkato 2503 volte)

Il nuovo Pontefice è l'argentino Jorge Mario Bergoglio, 76 anni. Si chiamerà Francesco I

 

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