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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
 
 
Articoli del 29/06/2018

Con questa puntata si chiude il laborioso lavoro di ricerca storica portato avanti dall’indefesso nostro concittadino e amico, P. Francesco D’Acquarica, un monumento vivente, un uomo del quale in Onore non si dirà né si scriverà mai abbastanza.

Nonostante le sue ottantatré primavere, sappiamo che P. Francesco è già al lavoro sulle sudate carte, pronto a farci intraprendere nuovi e appassionanti viaggi nel mondo della nostra affascinante (e talvolta misteriosa) Storia di Noha.

Con spirito di gratitudine, formuliamo a P. Francesco (e a tutti i lettori di Noha.it) il nostro fervido voto augurale.

La redazione

 

Questa è l'ultima parte della mia mia ricerca condotta fra archivi di curia e parrocchia. Attraverso un lungo percorso di circa 1200 anni di storia di Vescovi di Nardò e Parroci di Noha (anche se descritti sinteticamente) vi ho portato a conoscere persone ed eventi che in qualche modo hanno modificato il corso della vicende storiche della nostra cittadina. Don Donato Mellone, come potrete leggere, fu l'ultimo dei parroci di Noha legato alla diocesi di Nardò. Sotto il suo archipresbiterato la parrocchia cambiò giurisdizione, passando definitivamente sotto quella dell’arcidiocesi di Otranto e dei suoi Vescovi.

Il percorso dunque termina qui. Ma la storia, come la vita, continua inesorabile.

P. Francesco D’Acquarica

 

Antonio Rosario Mennonna (1906 - 2009)

Vescovo di Nardò dal 22 feb. 1962 al 30 set. 1983 

Motto: Ut ascendam in montem Domini

(Per salire sul monte del Signore)

Dal 1962 al 1983 i Pontefici furono:

            Paolo VI (1897-1978)                                           Papa dal 1962 al 1978

            Giovanni Paolo I (1912-1978)                             Papa dal 1978 al 1978

            S. Giovanni Paolo II (1920-2005),                   Papa dal 1978 al 2005

 

            Arciprete di Noha

            Don Donato Mellone (1925-2015),                   parroco dal 1963 al 2002

 

            Antonio Rosario Mennonna nacque a Muro Lucano il 27 maggio 1906. Frequentò i corsi ginnasiali presso il seminario arcivescovile di Benevento, insieme a Pasquale Quaremba (futuro Vescovo di Gallipoli),  grazie ad una borsa di studio. 

            Nel 1928 si laureò cum laude in sacra teologia. Presso l'università degli studi di Napoli ottenne invece la laurea in Lettere Classiche.

            Fu ordinato sacerdote, il 12 agosto 1928. Insegnò lettere nel seminario di Potenza e presso l'istituto vescovile parificato di Muro Lucano ove ricoprì anche l'ufficio di preside.

            Il 5 gennaio 1955 Pio XII lo elesse Vescovo di Muro Lucano. Qui rimase per 10 anni.

            Papa Giovanni XXIII (1881-1963), il 22 febbraio 1962, alla vigilia dell'apertura del Concilio Vaticano II, al quale partecipò assiduamente, lo trasferì la sede vescovile di Nardò quale successore di Mons. Corrado Ursi. Salvatore Rizzello, che confermerà suo vicario generale, lo accolse, a nome dell'intera diocesi neretina, i cui fedeli erano accorsi numerosissimi nel corso di una giornata torrida, il 23 giugno 1962, giorno della sua presa di possesso canonico.

            Tra le sue prime decisioni troviamo la prosecuzione della costruzione della nuova sede del seminario diocesano, opera voluta dal suo predecessore, le cui fondamenta erano state benedette il 31 maggio 1960. Il medesimo istituto venne poi inaugurato il 7 maggio 1964 dal Mennonna stesso e dal predecessore Corrado Ursi.

            Svolse 3 visite pastorali, negli anni 1964, 1970 e 1975, ed infine, una visita ad limina, verso gli inizi degli anni ottanta.

            Valorizzò la casa per Esercizi spirituali, Villa Tabor, in contrada Cenate. Visitò, più volte, all'estero, gli emigranti diocesani. Eresse 13 parrocchie e fece costruire 22 chiese.

            Indisse un pellegrinaggio mariano diocesano a Lourdes. Fece ristrutturare il palazzo vescovile grazie ad una legge ad hoc, per danni di guerra e, successivamente, la cattedrale. Grazie all’interessamento di Mons. Mennonna, la cattedrale di Nardò nel 1980 fu elevata al rango di basilica minore pontificia dal papa Giovanni Paolo II.

            Nel 1979 indisse, nel ricordo del 25º di ordinazione episcopale, un anno mariano che si svolse per tutto il 1980. Le celebrazioni, alle quali partecipò il domenicano P. Mario Luigi Ciappi (1909-1995), celebre teologo fiorentino suo amico, ebbero inizio il 31 ottobre 1979 in piazza San Pietro, a Roma. In quella occasione Papa Giovanni Paolo II, al termine della rituale preghiera dell'Angelus, alla presenza di Jacques-Paul Martin e di Stanisław Dziwisz, benedisse la nuova statua della "Madonna della Pace" e rivolse un caloroso saluto al vescovo Mennonna, al Clero, ai sindaci ed ai fedeli accorsi per l'occasione. La statua della Vergine fu poi portata, solennemente, in pellegrinaggio in tutti i Comuni della diocesi, Noha inclusa. A detta dello stesso Mennonna, Noha fu “una delle parrocchie più attive e meglio organizzate a ricevere il simulacro della Santa Vergine della Pace, ma soprattutto le Sue Grazie”.

            Nel 1980 proclamò la Madonna della Coltura quale “Patrona dei  Coltivatori Diretti” della diocesi. Per suo interessamento, Michele Mincuzzi, Vescovo di Lecce, nel 1981, estese il patronato della Vergine a tutti gli altri coltivatori dell'intera provincia  ecclesiastica dell’arcidiocesi di Lecce.

            Il 20 ottobre 1980, su delega di Mons. Nicola Riezzo, presso l’aeroporto militare di Galatina, Antonio Rosario Mennonna, con una corona di numerosi seminaristi, accolse e congedò papa Giovanni Paolo II in visita pastorale ad Otranto.

            Nell'estate del 1981, ai sensi delle norme canoniche, presentò a papa Giovanni Paolo II la rinuncia al governo pastorale della diocesi per raggiunti limiti d'età. Ottenne, a causa delle conseguenze del terremoto dell'Irpinia del 1980, una proroga del mandato, sino al 30 settembre 1983.

            Lasciò definitivamente la diocesi neretina, dopo aver salutato personalmente tutte le parrocchie, il 7 dicembre 1983, per far ritorno a Muro Lucano.

            Al momento della sua morte, avvenuta il 6 novembre 2009, all’età di 103 anni, era il decano dell'episcopato italiano ed il secondo Vescovo più anziano al mondo, dopo il vietnamita Antoine Nguyên Van Thien.

           

Relazione con la chiesa di Noha

            In questo periodo il parroco di Noha era don Donato Mellone.

            Il Vescovo Mennonna, come abbiamo già detto,  era arrivato in diocesi il 23 giugno 1962 e quasi subito dovette risolvere il problema della nomina del nuovo parroco di Noha. Il vecchio parroco don Paolo Tundo era morto quasi improvvisamente all’età di 74 anni il 30 giugno del 1962. Il suo viceparroco era un suo nipote don Gerardo Rizzo (1924-2007) che sperava di essere il successore. Le cose invece andarono in maniera diversa.

            Tra le vecchie carte di don Donato Mellone abbiamo rinvenuto una pergamena in ottimo stato con la quale il Papa Paolo VI (1897-1978) di sua propria autorità, affidava al quarantaduenne don Donato Mellone la parrocchia di San Michele Arcangelo in Noha, senza concorsi e senza esami, quando invece, a norma del Diritto Canonico, concorso ed esami erano a quel tempo richiesti. Addirittura il Papa si era personalmente disturbato per la parrocchia di Noha.

Perché il Pontefice intervenne personalmente per stabilire la successione di don Paolo Tundo? Il documento papale in questione dice: “[...] Su segnalazione del nostro fratello, il Vescovo di Nardò, con l’autorità apostolica, senza concorso e senza esame, la conferiamo e la assegniamo a te”.

            Possiamo accennare qui ad una situazione piuttosto delicata che si era venuta a creare al momento della morte dell’arciprete Mons. Paolo Tundo. Il successore naturale sembrava che dovesse essere don Gerardo Rizzo, suo nipote, che già era anche il suo viceparroco.

            Intanto bisogna tenere presente che prima della riforma del 1983 voluta dal Concilio Vaticano II, il Sacerdote candidato alla parrocchia doveva “vincere” un concorso sostenendo e superando un esame davanti ad una commissione e, una volta eletto (dal Vescovo), era inamovibile. Solo in seguito a morte o a personale rinuncia, o anche per promozione ad un incarico superiore, il Vescovo poteva rimuovere il parroco dal proprio servizio pastorale.  Attualmente, invece, l’incarico di parroco viene conferito direttamente dal Vescovo diocesano senza concorsi e senza esami per una durata di nove anni, e perciò a tempo determinato. Allo scadere dei nove anni il Parroco deve essere disponibile all’avvicendamento, e il Vescovo potrebbe destinarlo a nuovo incarico.

 

            Pare però che don Gerardo incontrasse qualche difficoltà nel superamento di questo concorso, o forse ne era nata una contestazione. Così, onde evitare ogni tipo di complicazioni, il Papa in persona, dopo un anno e tre mesi di “sede vacante”, richiesto dal Vescovo di Nardò pro-tempore, Mons. Antonio Rosario Mennonna, che proponeva don Donato Mellone, diede direttamente il mandato di Parroco a quest’ultimo, senza concorsi e senza esami, data anche l’esperienza decennale maturata nella parrocchia di Santa Maria al Bagno e Santa Caterina di Nardò, “contro ogni appello di coloro che avrebbero potuto vantare pretese diverse”: Decernentes irritum et inane quidquid in contrarium attentatum fuerit vel contigerit attentari. Linguaggio latino ecclesiastico molto semplice e molto chiaro. Così nel 1963  don Donato Mellone divenne arciprete di Noha.

Nipote dell’arciprete don Paolo Tundo da parte materna, don Donato era nato a Noha nel 1925. Nel 1948 fu ordinato sacerdote.

            Un problema urgente che si presentò a questo arciprete fu l’instabilità statica dell’antichissima Chiesa Madonna delle Grazie. Anzi la trovò già inagibile perché pericolante. Il Comune di Galatina offriva 1750 mq di terreno che poi divennero 3000 per costruirne una nuova, in cambio del suolo su cui c’era l’antica chiesa che, purtroppo, fu demolita. Sicuramente Noha ci ha guadagnato con la costruzione della nuova chiesa terminata agli inizi del nuovo millennio, con tutte quelle strutture oggi necessarie per la pastorale come le varie salette per aule di catechismo, salone parrocchiale, sala giochi, uffici per il parroco e spazi anche all’esterno. Ma la demolizione dell’antica chiesa ottagonale fu una grave perdita: un tempo a Noha ma anche altrove i beni culturali non erano una priorità. E a proposito di questa demolizione è opportuno precisare che non fu solo responsabilità del parroco ma soprattutto delle autorità competenti del Comune di Galatina, che preferirono la demolizione al restauro di quella chiesa.

            Fu di questo tempo la costruzione della casa canonica quasi di fronte alla chiesa parrocchiale, molto utile per le opere parrocchiali. E' anche di questo tempo il rifacimento dell’altare maggiore della chiesa madre secondo le nuove norme liturgiche. A  mio parere la demolizione di quello vecchio è discutibile: si poteva conservarlo pur creando quello moderno. Fu anche tolto il vecchio organo a canne e a mantice, sostituito con uno nuovo della Ditta Continiello di Monteverde Avellino inaugurato nel 1971.

            Il Vescovo Mennonna spesse volte si recò a visitare la parrocchia di Noha e incontrò Don Donato. Oltre alle diverse visite pastorali compiute in quegli anni venne per esempio nel 1964 a benedire la campane del cimitero; nel 1973 partecipò, insieme ad altro clero, ai festeggiamenti per il XXV di sacerdozio del parroco; benedisse e inaugurò il nuovo altare maggiore e il nuovo organo a canne; benedisse la casa canonica e anni dopo la nuova sacrestia. Infine, qualche mese prima di lasciare la diocesi benedisse e inaugurò con il calcio a un pallone il nuovo stadio comunale di Noha, assistendo alla partita amichevole Associazione Calcio Noha – Unione Sportiva Pro-Italia di Galatina…

            La nuova chiesa della Madonna delle Grazie fu inaugurata l'otto dicembre 2001 quando ormai Noha non era più nel territorio della diocesi di Nardò ma in quello dell’archidiocesi di Otranto: fu certamente una data storica per tutta la comunità di Noha, una data che rimase scolpita nella memoria di molti suoi cittadini che, stretti attorno al loro parroco, inaugurarono, con la cerimonia di consacrazione e dedicazione alla Madonna delle Grazie, la nuova chiesa, gli annessi locali per le attività pastorali, la casa canonica e gli ampi saloni parrocchiali.

            Il nuovo complesso edilizio ubicato in una vasta area nella nuova zona presidenziale è opera grandiosa, monumentale, fortemente voluta e sognata da don Donato Mellone per molti anni.

            Per quest'opera, l'instancabile parroco, ormai di venerata memoria, profuse per tanti anni, impegno, energie, notti  insonni e i suoi risparmi.

            Alla cerimonia fu presente l'Arcivescovo di Otranto, mons. Donato Negro, vi erano numerosi sacerdoti, chierici e diaconi, il Sindaco ed altre autorità civili e militari. La comunità, riunitasi prima nella Chiesa Madre "San Michele", si mosse poi in processione solenne verso la nuova Chiesa dove una folla enorme attendeva già da tempo l'arrivo del corteo.

            Sull'ampio sagrato, l'ingegnere Vincenzo Paglialunga, prendendo la parola, descrisse le caratteristiche strutturali, tecnologiche, planimetriche dell'opera, consegnando, alla fine del discorso, le chiavi all'Arcivescovo, il quale, a sua volta, le consegnò all'emozionatissimo don Donato che aprì per la prima volta il portale ligneo della nuova Chiesa.

            Il rito si  concluse con il discorso del Parroco, che con voce rotta dall'emozione e da numerosi applausi, volle ringraziare tutti coloro che lo avevano aiutato a realizzare la nuova chiesa.

            Anche l'Arcivescovo, contravvenendo al cerimoniale, volle andare incontro al parroco e portandolo al centro, di fronte all'altare, disse: Ha ringraziato tutti, ma ora noi tutti ringraziamo don Donato. Un lungo applauso tributato a don Donato dai presenti, tutti in piedi, nella nuova Chiesa gremita fino all’inverosimile, fu l'espressione della gioia e della partecipazione più bella e più toccante.

           

Sacerdoti di questo periodo

            In questo periodo il Vice parroco fu sempre don Gerardo Rizzo, nipote di don Paolo Tundo da parte materna.

            Anche il sottoscritto è nato a Noha: vissuto quasi sempre lontano perché Missionario della Consolata, ma che ha conservato tutto l’amore e l’affetto per il paese d’origine. Anche don Francesco Turrino (classe 1954) è nativo di Noha, ma incardinato nella diocesi di Avezzano.

 

Suore di questo periodo

* Suor Anna Maria Misciali, nata nel 1944 e morta nel 2000, delle Suore “Discepole di Gesù Eucaristico”. E’ sepolta nel cimitero di Noha.

* Suor Anna Flaminia Scrimieri, nata nel 1914 e morta nel 1985. Anch’essa sepolta nel cimitero di Noha.

* Suor Agata Paglialunga (1913-2002) della Congregazione Discepole di Gesù Eucaristico.

Sono ancora viventi:

* Suor Carmelita De Lorenzis

* Suor M.Maddalena Piscopo

Anche queste Suore Discepole di Gesù Eucaristico. E infine:

* Suor Orsolina D’Acquarica, Missionaria della Consolata che ha vissuto per 30 anni in Amazzonia brasiliana.

            Don Donato Mellone, compiuti i 75 anni diede le dimissioni, ma il Vescovo di Otranto, Mons. Donato Negro, gli concesse (non richiesta) una proroga biennale, affinché fosse portato a termine e coronato il sogno della sua vita: vale a dire l’inaugurazione del complesso monumentale della Madonna delle Grazie.

 

Aldo Garzia (1927-1994)

Vescovo di Nardò dal 30 settembre 1983 al 17 sett. 1994

Motto: Evangelii factus minister

(Divenuto ministro del Vangelo)

Dal 1983 al 1994  il  Pontefice era:

            S. Giovanni Paolo II (1920-2005)                    Papa dal 1978 al 2005

 

            Arciprete di Noha

            Don Donato Mellone (1925-2015),                   parroco dal 1963 al 2002

 

            Aldo Garzia, figlio di agricoltori, era nato a Parabita, in provincia di Lecce,  il 3 maggio 1927.

            Giovanissimo entrò nel seminario diocesano di Nardò e, successivamente, per gli studi liceali nel seminario regionale Pio XI, di Molfetta, allora guidato dal rettore Corrado Ursi.

            A Napoli completò gli studi teologici, presso il seminario pontificio di Posillipo. Si laureò in teologia e in filosofia. Nella sua diocesi natale ebbe molti incarichi. Fu anche segretario particolare di Corrado Ursi e di Antonio Rosario Mennonna.

            Paolo VI, il 7 ottobre 1975, lo elesse amministratore apostolico alla chiesa titolare di Assidona e lo assegnò quale amministratore apostolico, sede plena, e vescovo coadiutore di Molfetta, Giovinazzo e Terlizzi, in sostituzione di Settimio Todisco che era stato promosso arcivescovo di Brindisi. Alla morte del vescovo di Molfetta Achille Salvucci, avvenuta il 18 marzo 1978, Aldo Garzia divenne Vescovo della diocesi di Molfetta.

            Ricoprì anche l'incarico di amministratore apostolico, sede vacante, di  Bitonto e Ruvo di Puglia.

            Giovanni Paolo II, il 15 giugno 1982, lo trasferì alla diocesi di Gallipoli e nello stesso tempo lo nominò coadiutore del Vescovo Antonio Rosario Mennonna. Il 30 settembre 1983 divenne Vescovo di Nardò. Il 30 settembre 1986, in base alle disposizioni della Santa Sede riguardo al riordino delle diocesi italiane, fu nominato primo vescovo della nuova diocesi di Nardò-Gallipoli. Morì, a causa di una grave malattia, il 17 dicembre 1994, a Nardò. Fu sepolto nella cattedrale di Nardò.

 

Relazione con la chiesa di Noha

            A questo punto devo mettere un punto alla mia ricerca su “La Chiesa di Noha e i Vescovi di Nardò”, perché fu proprio durante l’episcopato di Mons. Aldo Garzia che avvenne il passaggio della chiesa di Noha dalla diocesi di Nardò a quella di Otranto.

            In virtù del Decreto del 16 Luglio 1988 della Congregazione dei Vescovi per la revisione dei confini territoriali delle circoscrizioni diocesane della Provincia ecclesiastica di Lecce che vuole che i confini della Diocesi coincidano esattamente con i confini dei Comuni dello Stato Italiano, Noha, in quanto oggi frazione di Galatina, la quale a sua volta dipende dalla Diocesi di Otranto, il 26 novembre 1988 passò definitivamente alla Diocesi di Otranto. Il rito solenne del passaggio fu celebrato nella chiesa madre di San Michele Arcangelo in Noha alla presenza del Vescovo di Nardò Mons. Garzia e di Mons. Vincenzo Franco (2917-2016) che fu Arcivescovo di Otranto dal 1981 al 1993.

Così la nostra cittadina, dopo aver perso la sua autonomia politica nel corso della seconda metà del ‘800, perse anche il legame canonico, ma mai quello del suo, diciamo così, Dna strettamente legato alle origini e alla storia della sua diocesi primitiva.

            Terminano così la serie dei Vescovi di Nardò che hanno avuto relazioni giuridiche, pastorali, ecclesiali e, perché no, anche d’affetto con la chiesa di Noha.

            Peccato. Sì, perché l’appartenenza secolare alla Diocesi di Nardò in un certo senso identifica la storia della Comunità con quella della Diocesi.

            Ma quel che conta veramente è l’unità, dono dello Spirito, che ci fa volgere lo sguardo verso un solo Dio, un solo Signore, un solo Battesimo e una sola Speranza.

P. Francesco D’Acquarica

 

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