\\ Home Page : Storico : Un'altra chiesa (inverti l'ordine)
Di Redazione (del 10/03/2013 @ 22:08:51, in Un'altra chiesa, linkato 1951 volte)

Ormai anche per questa volta si seguirà il solito vecchio rituale canonico, ovvero che a eleggere il papa saranno i cardinali, coloro cioè che hanno un titolo onorifico in più dell’ordinazione episcopale.

Sì, il titolo di cardinale è un’aggiunta inutile: serve solo a dare lustro all’eletto in contraddizione con quanto dice il Vangelo, e dà diritto all’elezione del papa.

Quale diritto? È un sopruso a discapito della vera Chiesa che poggia la sua collegialità sui vescovi, sul clero e sui laici.

No, non pretendo che a eleggere il papa sia l’intera Chiesa, ma che almeno si estenda il diritto di voto a tutti vescovi del mondo.

No, non è ancora possibile. Il conclave inizierà martedì, e riguarderà i 115 cardinali aventi diritto, ovvero coloro che non hanno superato una certa veneranda età.

 
Di Redazione (del 26/02/2013 @ 10:20:50, in Un'altra chiesa, linkato 2855 volte)
Il Vicario generale della Diocesi di Milano, mons. Mario Delpini, portavoce autorevole del cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, ha rivolto il messaggio quaresimale a tutta la Diocesi milanese, dal titolo “Lasciatevi riconciliare con il Dio vicino” (una frase di San Paolo che si trova nella sua seconda lettera ai cristiani di Corinto, 5,20).
La parola “riconciliazione” può assumere significati diversi e ampi, ma alla fine porta sempre a indicare quella che una volta si chiamava “confessione sacramentaria”, limitatamente ad un rapporto individuale con Dio. Ma con quale Dio? Con il Dio della religione di tipo moralistico che stabilisce i peccati in base ad un criterio tutto suo. La Chiesa, lungo i secoli, ne ha inventati di peccati, soggiogando le anime creando in loro dei disagi, ma unicamente in rapporto alla struttura della religione. Altra cosa è il nostro rapporto con il Dio della libertà.
 
Di Redazione (del 19/02/2013 @ 23:06:05, in Un'altra chiesa, linkato 3479 volte)
Premessa. Molti amici e molte amiche mi hanno subissato di e-mail e di messaggi per chiedermi che cosa penso delle dimissioni del papa. Poiché sto preparando un libro per l’editore «Il Saggiatore» in cui chiedevo le dimissioni di questo papa per manifesto fallimento, ho dovuto ripensare come fare e cosa fare del lavoro svolto. Ho pensato di aggiungere un capitolo e di metterlo come cappello all’intero libro. Alla notizia dell’Ansa, la mia prima emotiva reazione è stata: sono stato superato a sinistra da un papa. E’ la fine! Non pubblico più il libro. Poi, a una più puntuale e attenta riflessione, ho capito che quelle dimissioni rendevano il libro ancora più necessario, anzi gli davano fondamento e argomento. Senza di esse, il libro poteva apparire come lo sfogo di un prete «arrabbiato» (anche se non lo era), ora con le dimissioni, i fatti e le ragioni ch espongo hanno il crisma della prova che anche il papa «non ne può più» e pone fine alle ,lotte intestine, ai tradimenti, ai giochi di potere, rompendo il giocattolo nella mani sacrileghe dei cardinali e dei curiali, corrotti e senza Dio.
 
Di Redazione (del 24/01/2013 @ 00:00:00, in Un'altra chiesa, linkato 2026 volte)

La peggiore mortificazione e umiliazione di una persona sta nel soggiogarla a tal punto da farla sentire in colpa per ciò che è: nella sua libertà di pensiero e nelle sue scelte. Non è questione di modo di essere, intendendo per modo il carattere, l’apparire, l’esprimersi, il porsi davanti agli altri e alle proprie responsabilità. Il modo perciò è soggettivo, variabile, mutevole. L’essere no. L’essere è anche cultura, ideale che si fa convinzione, libertà di pensiero che è ricerca della verità che non conosce la parola fine. L’essere è coscienza di valori universali. Apertura all’Umanità. L’essere è relazione cosmica in un dinamismo mai scontato, che sorprende per la sua profonda armonia.

 

Arrivata da pochi mesi dal Portogallo, un ambiente molto cristiano e tradizionale, in Brasile, mi trovavo in missione, in un luogo dove la fede del popolo era ancora tanto debole. Era l’8 dicembre, la festa dell ´Immacolata Concezione, ed io ero alle prime armi con la Missione.
Non c’era alcun sacerdote, nè il Vescovo mi aveva incaricata di portare avanti la Parrocchia. Avevamo organizzato, insieme a dei laici, una cena per avere qualche soldino e poter pitturare la Chiesa parrocchiale dedicata a S. Giuseppe Operaio perché era molto brutta.
Verso le 16 del pomeriggio, mi trovavo in preghiera insieme alla mia Comunitá religiosa e sentì bussare alla porta. Era una mamma anziana che veniva a chiamarmi per andare a casa sua e pregare per la sua figlia ammalata. Io insistetti perché chiamasse un medico, ma lei mi rispose che l’aveva giá portata da vari medici e che non le avevano risontrato niente. La vecchietta mi disse, in portoghese: “ A minha filha, tem un incosto.”( per mia figlia non so più cosa fare). Quindi proseguì dicendo: “Venga suora a pregare per la mia figlia”.

 

Nei riti d'introduzione della Messa c'è l'atto penitenziale che può sostituire la confessione cosiddetta privata o individuale. Rivalutiamolo ad ogni Messa. Non aspettiamo a Natale per fare i soliti ipocriti. .

don Giorgio De Capitani

 
Di Admin (del 07/12/2012 @ 23:00:28, in Un'altra chiesa, linkato 1971 volte)

Genova 05-12-2012. –  E’ passata in sordina una lettera circolare esilarante dell’esimio cardinale vuoto per pieno, Tarcisio Bertone, inviata a tutta la curia romana. Conoscendo il pollo, però, il metodo è il solito clericale: parlare a suocera perché nuora intenda. La lettera, datata 15 ottobre 2012, è, sì, indirizzata alla curia, ma tutti i preti devono sapere e «capire» che si cambia marcia perché il cardinale avverte, en passant, che «per venerato incarico, vengo a chiedere a Vostra Eminenza/ Eccellenza». Santo Iddio del monte Sinai, dell’Oreb e del Cervino, possibile che ancora oggi si debba sentire un cotale italiano? Vi rendete conto? Dice proprio così: «per venerato incarico»! Ormai si contorcono anche la lingua italiana, la semantica e la dissenteria cronica.

 
Di Marcello D'Acquarica (del 24/10/2012 @ 22:58:05, in Un'altra chiesa, linkato 4183 volte)

 …a parlare di Concilio abbandonato, addirittura “tradito”, dalle colonne di Famiglia Cristiana (n. 42 del 14 ottobre 2012) e da quelle del mensile Popoli (ottobre 2012) è p. Bartolomeo Sorge…

36887. ROMA-ADISTA. A leggerle, sembrano le riflessioni di un esponente del cosiddetto “dissenso” cattolico, o un documento di Noi Siamo Chiesa. Invece a parlare di Concilio abbandonato, addirittura “tradito”, dalle colonne di Famiglia Cristiana (n. 42 del 14 ottobre 2012) e da quelle del mensile Popoli (ottobre 2012) è p. Bartolomeo Sorge, gesuita, ex direttore di Civiltà Cattolica e di Aggiornamenti Sociali, dell’Istituto di Formazione Politica Pedro Arrupe di Palermo (all’interno del quale, assieme a p. Ennio Pintacuda, sostenne, nella sua fase iniziale, la cosiddetta “Primavera palermitana” di Leoluca Orlando e del suo movimento, “La Rete”), nonché storico riferimento intellettuale e pastorale dell’anima conciliare della Chiesa cattolica. Sorge fu infatti tra gli artefici, insieme all’allora segretario della Cei, mons. Enrico Bartoletti, e con Giuseppe Lazzati, del primo convegno della Chiesa italiana su “Evangelizzazione e promozione umana”, svoltosi nel 1976. Si trattava, a dieci anni dalla conclusione del Vaticano II, di «tradurre il Concilio in italiano», di verificare cioè in che misura le acquisizioni dottrinali e pastorali del Concilio Vaticano II fossero state recepite dalla Chiesa italiana.

 
Di Antonio Mellone (del 11/09/2012 @ 21:00:00, in Un'altra chiesa, linkato 2201 volte)

Genova 05-09-2012. – Padre Carlo Maria Martini è morto. Padre Carlo Maria Martini vive più che mai. Il fatto saliente della settimana e dell’anno è la figura di questo nuovo Ambrogio che ha segnato non solo la diocesi di Milano, ma la Chiesa tutta e anche il mondo lontano da essa. La folla silenziosa di credenti e non credenti che, davanti a lui, morto, scorre come un fiume tranquillo, è il «segno dei tempi» di cui parla il Vangelo (Mt 16,3) che fu lampada e luce ai passi del padre Carlo. Abbiamo visto, abbiamo contemplato come ha vissuto e come è morto. Anzi, come ha voluto morire. La coerenza nella verità della sua vita sono stati esemplari fino all’ultimo ed è vero che si  muore come si vive.
Lo sfondo sul cielo nuvoloso di Milano era di contrasto. Da una parte il popolo che coglie il cuore del Padre e voleva testimoniare che le sue parole, sigillo autentico della Parola, sono arrivate anche là dove forse nessuno immaginava. Il padre Martini è per tutti il sacramento del «Dio fuori del campo», che ha superato per sempre i confini della Chiesa che cerca di imprigionarlo per andare alla ricerca degli uomini e delle donne di buona volontà, ma anche quelli senza alcuna volontà. Dio non è cattolico, ora lo sappiamo, perché egli è alla fine di ogni percorso di vita, di amore, di giustizia. Dio è il desiderio.

 

Canto notturno di un pastore ...

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