mag032017
Caro dottor Serravezza,
scusaci se ti stiamo lasciando da solo in questo sciopero della fame e della sete contro il TAP, se nel nostro perbenismo di facciata rimaniamo stravaccati sui nostri comodi divani & divani, se ce ne fottiamo del mondo ubicato al di fuori dell’uscio di casa nostra, salvo poi stracciarci le vesti quanto capita al mondo di attraversare il tinello del nostro appartamento.
Scusaci, dottore, se parli ai sordi, ai muti, ai ciechi e ai cerebrolesi che siamo diventati, e se con il nostro silenzio-assenso stiamo permettendo alle multinazionali del capitalismo di rapina di fare nella nostra terra quel cazzo che vogliono, come l’import-export dei loro modelli fatti di finanza fasulla, di spazzatura, di mafia, di sterilità e morte.
Scusaci se non abbiamo fatto raggiungere il quorum richiesto al referendum sulle trivelle in mare, però poi andiamo in massa a votare alle primarie per scegliere il leader di un partito che ha trasformato la sinistra nell’opposto di se stessa (con il Jobs Act, per dire, è iniziato l’esodo del partito dal suo insediamento sociale) e ha sferrato un attacco micidiale alla nostra Costituzione.
Scusaci, dunque, se non siamo riusciti ancora a liberarci di quarant’anni di monossido di democrazia cristiana, di venti altri di berlusconismo e dei prossimi venti di renzismo, e se stiamo riempiendo i nostri consigli comunali di gente impresentabile.
mag062017
In effetti questa storia del “voto Tizio perché è una brava persona” provoca anche a me una forma di evirazione per forza di gravità: ovvero, come potrebbe più prosaicamente dirsi, mi fa cascare le palle.
Nel mese di aprile su galatina.it Lorenzo Candido, un ragazzo di Galatina ora studente di Giurisprudenza in quel di Roma, con una lettera aperta di alto profilo chiedeva alla comunità tutta un pizzico “di passione incondizionata verso la Politica”.
Così continuava Lorenzo nella sua missiva: “Abbiamo bisogno di dire che la nostra città va difesa ad ogni costo. La nostra città deve essere protetta da ogni abuso, da ogni sberla, anche da quella più velata. Abbiamo bisogno di urlare che lo stupro di questa terra è un crimine. Abbiamo il dovere di combattere la mentalità, fin troppo radicata, del culto della persona. […] Bisogna guardarsi allo specchio e dire: sì, la mafia esiste e ora la distruggiamo”. E infine: “Galatina deve vedere, deve sentire, deve parlare. L’omertà e la passività declinate in ogni ambito ammaccano la democrazia”. Insomma, un vero e proprio programma politico.
mag082017
Una nostra lettrice ci avvisa tramite facebook che in serata ignoti hanno appiccato il fuoco nei campi a ridosso delle palazzine di via Seneca a Noha.
“Salve vorrei un po’ di attenzione per questi atti vandalici che potrebbero risultare pericolosi per noi abitanti.
Per l'ennesima volta denuncio un fatto molto ricorrente dietro casa mia e vorrei ricordare che appiccare incendi è un reato gravissimo.
Per l’ennesima volta ho chiamato i vigili del fuoco, che non sempre sono disponibili.”
mag102017
Viste le condizioni atmosferiche il convegno avrà luogo sempre alle ore 18 nei locali del Bar Delle Rose, sempre in piazza Alighieri
In piazza per dibattere sul “diritto negato alla salute di una comunità”, quella di Galatina nello specifico, per quanto tema e titolo possano trovare tragico contesto in molte altre zone del Salento e della Puglia.
Punto di partenza è il caso Colacem, il cementificio alle porte di Galatina, ma l’occasione è pensata per dare alle comunità locali una maggiore informazione si rischi cui si espone chi vive nel territorio e per individuare le linee di azione che potrebbero offrire adeguati strumenti di tutela.
In piazza Alighieri (in caso di pioggia nella sala Celestino Contaldo di Palazzo della Cultura) dalle ore 18, dopo gli interventi istituzionali dei sindaci della zona, a relazionare sul tema ci sono:
Modera Antonio Mellone.
[fonte quiSalento, Maggio 2017]
mag132017
A volte ritornano.
Uno pensava che gli impegni professionali [fu questo il “motivo ufficiale” per cui a suo tempo si dimise dalla carica di assessore ai lavori pubici per ritirarsi finalmente a vita privata, ndr.], l’avrebbero tenuto lontano per un bel po’ dalle faccende di Stato (in luogo), per la precisione quelle di Palazzo Orsini.
Invece, dopo appena un anno da quel fatidico gran rifiuto, mister Andrea Coccioli s’è riorganizzato per tornare in campo più cazzuto che pria, candidandosi alle comunali con la nota sfollagente Paola Carrozzini.
Manco Amintore Fanfani, “il rieccolo” per antonomasia, era capace di tante risurrezioni.
Non l’ho scoperto mica andando a compulsare l’elenco dei quasi quattrocento candidati suddivisi tra le decine e decine di liste a sostegno dei sei concorrenti alla poltrona di sindaco di Galatina (figurarsi se ho tutto questo tempo da perdere io), è che ogni volta che apro la mia pagina face-book m’appare il suo simpatico faccione, con quella barba un po’ così che fa tanto sinistra(to), e con un sorriso (o forse un ghigno) che è tutto un programma; per non parlare dei suoi slogan e delle sue genialate.
mag202017
Ebbene, sì: ammetto di aver visto tutti i trentasette e passa minuti di video della cosiddetta conferenza stampa tenuta da Sindaco Daniela Sindaco, quelli in cui la reproba cacciata su due piedi dal PD (Partito Disturbato) vuota il sacco colmo (immaginate di cosa), con tanto di piagnisteo incorporato e sceneggiata napoletana (anzi nohana) della strappata delle tessere del PD.
Confesso anche il particolare di averli visti sul mio tablet mentre ero in bagno (sì, signori, non bisogna mai sottrarre del tempo prezioso allo studio, in questo caso di un fenomeno antropologico). Devo ammettere che l’effetto più che rilassante è stato lassativo: roba che il Guttalax, al confronto, sarebbe Enterogermina Adulti.
Orbene, tra una frase sibillina e l’altra, tra un detto e un non-detto, tra un avvertimento, un’allusione pseudo-intimidatoria e un messaggio in codice, cioè in politichese puro (oddio, “puro” è una parola grossa ma vabbè), la candidata nostrana ripercorre dieci anni della sua brillante carriera a Palazzo Orsini, facendo arguire come nel corso delle legislature sia riuscita a superare tutti quanti in retromarcia, essendo stata trattata a pesci in faccia da dirigenti e presunti compagni del suo ormai ex-partito (e di conseguenza come siano stati bistrattati anche i suoi elettori: lo afferma con enfasi la stessa protagonista con questa asserzione cubitale: “LA MIA STORIA E’ LA VOSTRA STORIA”. Ecco, fossi iscritto al PD di Noha mi sarei offeso a bestia).
mag212017
Aveva ragione il mio compianto amico, il prof. mons. Antonio Antonaci, quando mi diceva: “Chi scrive e pubblica, in un certo qual modo rischia di diventare come certe donne di strada: non sa mai in che mani potrebbe andare a finire”. Le peggiori sono quelle di coloro che sentono su di sé tutto il peso di una scuola fatta male. E non perdono occasione di dimostrarlo senza ritegno.
Fra questi s’annoverano quelli che non solo non sanno scrivere, ma soprattutto non sanno leggere: e chiosano di conseguenza, con le solite elucubrazioni a cento decibel, oltretutto sgrammaticate e insolenti.
Ora, nessuno, a meno che non sia paranoico, può pretendere che gli altri leggano tutto quello che scrive: ma almeno può sperare che non gli facciano dire il contrario, o “altro” rispetto a ciò che ha scritto. Voglio dire in parole povere che io sono responsabile di quello che dico (o scrivo) non di quello che gli altri capiscono (o vogliono capire).
mag272017
Sono entrato tardi su face-book, un paio d’anni fa.
Mi ci è voluto un po’ per capire che forse un social network così non ce lo possiamo ancora permettere. Non tanto perché sottrae del tempo alla lettura dei libri (il che è incontrovertibile, oltre che grave), quanto per il fatto che oggi sei costretto a leggere certe elucubrazioni dal tenore molto simile a quello che un tempo potevi trovare, che so io, sui muri dei gabinetti pubblici, o nei discorsi degli avventori del Bar Sport usi a sproloquiare su tutto lo scibile umano. Discorsi o asserzioni che durante le tornate elettorali sembrano aumentare a dismisura, anzi in maniera esponenziale. Roba da stadio. O da stalla. A seconda.
Ma mentre allora potevi anche evitare di leggere certe scemenze oltretutto sgrammaticate vergate altrove, oggi, purtroppo, ti tocca scorrere con gli occhi tutto quello che ti passa sotto i polpastrelli che sfreghi sullo schermo. Anche (e soprattutto) se non vorresti.
mag292017
Hai stancato! Sì, caro Antonio Mellone, ora hai proprio stancato Noha, Galatina, Collemeto e Santa Barbara. Taci una volta per tutte, capra, capra, capra! Chi ti credi di essere tu con quella tua penna da strapazzo! Come ti permetti di criticare, di dire sempre la tua, di farti i fatti degli altri? Sai solo scrivere tu, mica sai parlare ai comizi, inventare storie, sparare numeri, narrare leggende! Cosa sai fare tu oltre al tuo lavoro? Pensi che occupandoti della cosa comune, dei fallimenti delle passate amministrazioni, dell’incapacità cognitiva di chi, con profondo senso del dovere e senza pensare ai duemila euro di stipendio, si candida alla carica di sindaco, tu riesca a fare una bella figura?
Hai stancato tu e la tua cultura, la salvaguardia dell’ambiente, il restauro delle opere d’arte, il problema della cementificazione, dell’inquinamento, del chilometro zero, delle autostrade a sei corsie! Basta con questa trozza, con la torre dell’orologio, con le casiceddrhe, con la masseria Colabaldi, col frantoio ipogeo.
Cosa fai tu per Noha, oltre a scrivere? Sei stato tu a sostituire la lampadina al calvario? No di certo. Non capisco, dunque, che cosa scrivi a fare! E basta anche con questo fatto della cabina dell’Enel alla struttura di Noha. Cosa te ne frega a te se a noi i compleanni piace farli al buio? Non sai che così le candeline sulle torte fanno più effetto?